martedì 13 agosto 2013

Il decreto legge per la prevenzione del femminicidio: un primo step di un lungo percorso

Giovedì scorso 8 agosto è stato varato dal governo il decreto legge per la lotta alla violenza sulle donne e la prevenzione del femminicidio. Importantissimo passo nella direzione giusta. Certo rimane molto da fare, ma le misure varate se applicate correttamente segneranno una svolta nella gestione dei casi di violenza, stalking e reati connessi sia da parte delle forze dell'ordine, sia da parte dei tribunali.
Vediamo insieme i punti principali.

Allontanamento del coniuge violento dall'abitazione: importantissimo elemento, perché previene innanzitutto la possibilità che sia la donna a dover essere allontanata dalla propria casa, dai propri legami e dai propri affetti se vittima di violenza. Non era scontato prima di adesso, molte volte l'uomo violento faceva leva giuridica sulla proprietà o meno della casa che non è rilevante ai fini della protezione della vittima di una reato. Un caso come questo per esempio si sarebbe risolto con largo anticipo dopo l'introduzione di questo decreto, mentre la donna in oggetto è stata sottoposta a 2 anni di vessazioni prima di ottenere dal giudice l'allontanamento del coniuge.

Non revocabilità della querela: importantissima, perché molte volte la vittima dopo aver sporto querela veniva pressata da famigliari (anche propri, non solo dell'(ex) coniuge) per ritirare la querela, e non ricevendo protezione alcuna alla fine doveva cedere ai ricatti. Importantissimo quindi che famigliari, vicini di casa e varie personalità che assolvono al ruolo di "consiglieri" più o meno graditi nella vita di un individuo siano messi di fronte al reato e al fatto che il reato esiste e non può essere "negato". Non può essere negato né giuridicamente né umanamente perché vi è una denuncia, non revocabile, che prova l'esistenza del fatto. Pensiamo per esempio al caso allucinante di Rosaria Aprea, la ventenne picchiata dal fidanzato che voleva perdonarlo e il cui avvocato ha dovuto rinunciare alla difesa perché la ragazza, nonostante le ripetute violenze subite e nonostante fosse finita in ospedale in fin di vita, non voleva portare avanti la denuncia. 

Assistenza legale gratuita alle vittime indipendentemente dal reddito: fondamentale, innanzitutto perché molte donne hanno un reddito personale diverso da quello dichiarato nella dichiarazione dei redditi famigliare o congiunta che può dipendere in larga parte dal reddito del marito, e poi perché un avvocato che difende una donna vittima di violenza deve portare avanti la causa per passione e non in base a quanto viene pagato.

Obbligo di arresto per i colpevoli colti in flagranza di reato: anche questo un passaggio fondamentale su cui però fa fatto un appunto, cioè che è indispensabile formare adeguatamente le forze dell'ordine, per far sì che non rimanga solo sulla carta. Forze dell'ordine non reperibili, che non rispondono al telefono o ai centralini, che una volta arrivati sul luogo del reato fanno ambigui e spesso dilettanteschi tentativi di improvvisarsi psicologi vanno assolutamente evitati e prevenuti.

Corsia preferenziale nei tribunali per questo tipo di processi e carcere per l'uomo violento: assolutamente utile a prevenire casi come quello di questa trentaquattrenne campana in cui un processo durato 3 anni non si è ancora concluso in quanto pende il ricorso in cassazione, e nello stesso tempo la vittima è stata uccisa dall'ex lasciato in libertà. Non si può lasciare in libertà un uomo che minaccia di uccidere una donna prima di aver fatto un adeguato percorso psicologico di cura e un adeguato percorso di consapevolezza a cui partecipino anche i famigliari che dovessero in qualche modo dimostrarsi non collaborativi nell'inchiesta o omertosi.

Una volta superato lo step dell'analisi degli elementi positivi di questo decreto, urge una riflessione. Perché si vada verso una società in cui ci siano sempre meno delitti di questo tipo, e più rispetto per la persona. Ognuno di noi, nell'osservare gli altri, prima di giudicare le vite altrui, prima di scadere nel gossip e nello stereotipo, ognuno di noi uomo o donna che sia dovrebbe chiedersi: cosa posso fare io per migliorare questa società che va verso la follia? Da cosa sono causati tutti questi delitti, perché l'uomo non è in grado di accettare il rifiuto e perché la donna che vuole essere amata e avere una vita felice viene spesso lasciata sola anche dai famigliari, dalla madre, dalle sorelle, dalle amiche, che antepongono il proprio quieto vivere e il perbenismo borghese dell'apparenza alla felicità di una persona a cui dicono di voler bene? Allora cominciamo noi, uno per uno, a parlare alle madri, che non educhino i figli ad essere serviti e riveriti e le figlie a comportarsi da serve. Parliamo alle vecchie signore, spiegando che invidiare l'emancipazione delle giovani donne non è la risposta, che il fatto che le donne in passato abbiano sempre subito di buon grado il ruolo imposto dalla società patriarcale non è motivo per cui questo debba accadere anche in futuro. Educhiamo i bambini, perché non giochino con le armi da quando sono piccoli, e i preadolescenti, perché non considerino "debole" il maschio che non dimostra la propria virilità in modo eccessivo e plateale utilizzando eslcusivamente la forza fisica come metro di paragone con l'altro. Facciamolo noi, io, tu che leggi, parliamone apertamente quando sentiamo discorsi assurdi da parte di colleghi e vicini di casa come "è una donna quindi...". Non facciamoci fermare dal fatto che temiamo che l'altro possa non capire. Probabilmente non capirà subito, ma si accenderà una piccola lampadina nella sua mente e avrà un altro punto di vista a disposizione nel momento in cui nella sua cerchia di amici e conoscenti entrerà in contatto con una donna vittima di comportamenti violenti di qualsiasi genere. E piano piano, sforziamoci di spiegare anche a chi non capisce che "nella buona e nella cattiva sorte, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà" non è e non deve essere una condanna all'ergastolo. Innanzitutto, il giuramento ufficiale con tanto di carte firmate non serve all'amore e non sancisce la durata effettiva del contratto perché l'impegno verso l'altro può essere solo un impegno RECIPROCO rinnovato quotidianamente, ma comunque la violenza non fa parte della cattiva sorte né della povertà, se mai fa parte della MALATTIA e come malattia psichica va curata. Ma come tutte le malattie, per essere curata deve essere  prima di tutto diagnosticata quindi negare l'esistenza del problema non è comunque una soluzione rispettosa neanche dei più estremi casi di bigottismo. La religione può essere se mai uno strumento per rendere l'uomo più felice e più in pace con se stesso, quindi se un uomo è psichicamente malato e soffre di disturbi da curare, probabilmente non sta vivendo una vita felice. Rieducarlo all'indipendenza e anche a rimanere solo è quindi un fatto estremamente positivo. Significa far capire all'uomo che può vivere senza quella donna, che può ricostruirsi una vita anche se non avrà accanto una compagna e che non vi è alcun disonore in questo. Così come nell'amore non vi è alcun possesso. Non si ama qualcosa perché la si possiede, si possiede un oggetto. Neppure un animale si può possedere, se mai ci fa compagnia. Figuriamoci una donna o un uomo. Proviamo, tutti noi che sappiamo che l'amore non è possesso e che la donna e l'uomo hanno pari diritto di scegliere come vivere la propria vita, a trasmettere questa nostra consapevolezza agli altri. All'amica quando ci chiede un consiglio, perché non sa come spiegare al proprio compagno che le faccende di casa sono compito di entrambi e che non vuole finire a fare la serva a vita. All'insegnante di scuola media che insinua una colpa nell'alunno che va a scuole vestito di rosa: "un po' se le cerca". Alla donna d'altri tempi che di fronte a una fanciulla in minigonna se ne esce con "se va in giro così, poi la stuprano". Alla donna incinta dopo un mese e mezzo che conosce un uomo che si sposa perché la famiglia glielo chiede. Proviamo a parlarne, a insinuare in queste persone il dubbio che il loro ruolo potrebbe aiutare la felicità di queste persone oppure determinarne la disperazione. Non ci costa molto in termini di tempo, ma semplicemente parlando e NON TACENDO abbiamo una grandissima possibilità di migliorare questa terribile situazione che si è creata nel nostro paese. Meglio una discussione in più e una vittima in meno.



lunedì 12 agosto 2013

gli F35, i loro innumerevoli problemi e gli incendi in Sardegna

Dunque facciamo un po' il punto della situazione F35, visto che la decisione sull'acquisto è ormai ufficialmente rimandata di 6 mesi. Che non significa che ci sarà automaticamente un acquisto, come molti giornali hanno riportato negli ultimi giorni, né tanto meno che l'acquisto sarà di 90 unità come in precedenza programmato.

La domanda che mi pongo, seriamente, è: non sarebbe meglio acquistare dei Canadair da destinare ai vigili del fuoco, piuttosto che investire tanti soldi in aerei inutili? 

Gli F-35B mi sembra di capire che abbiano seri problemi tecnici, se non sbaglio il famoso fatto che hanno un problema quando vengono colpiti dai fulmini? Ma sono gli unici compatibili con il ponte di volo della nostra portaerei, la Cavour, quindi se non vanno bene quelli non vorrei che poi comprassero gli altri che verrebbero comunque "prestati", per il trasporto, a portaerei altrui presumibilmente tedesche. Anche perché ho letto che in condizioni di clima caldo-umido (quando mai si combattono guerre in Islanda) gli aerei non posso atterrare su quel ponte di volo senza prima aver sganciato il materiale bellico (missili, bombe e pure il carburante), il che vuol dire che devono per forza sganciare tutte le bombe prima di tornare indietro? Cioè così a caso? Per non parlare dell'eventuale spreco di carburante?
E poi la seconda portaerei che abbiamo, la Garibaldi, quella più vecchia, non supporta proprio questi aerei.
Ma se proprio vogliamo spendere soldi per comprare aerei non si potrebbe:
1) comprare aerei per i vigili del fuoco per spegnere gli incendi, guardiamo cosa sta succedendo in Sardegna.
2) comprare degli aerei che siano adatti sia per la difesa sia per gli aiuti umanitari, cioè che possano anche portare e sganciare le derrate alimentari dall'alto? 
Intanto per fortuna hanno sospeso e rimandato l'inaugurazione dell'impianto di assemblaggio degli F35 di Cameri (Novara). Vediamo cosa succederà ad ottobre.

Ma intanto, non stiamo a guardare quello che sta succedendo in Sardegna. Cerchiamo delle soluzioni per quegli incendi, soluzioni di prevenzione ma anche e soprattutto investimenti in velivoli adatti a spegnere gli incendi quando serve, sono sicura che sarebbero soldi ben spesi e che i cittadini sardi ringrazierebbero.Al momento la Sardegna ha a disposizione 2 Canadair, è vergognoso considerato l'alto rischio di incendi di quella zona e le grandi distanze da coprire, tutti i territori abbandonati dell'entroterra, il vento estivo e tutti gli altri fattori ben conosciuti da chi si occupa, o dovrebbe occuparsi, di questa emergenza. Sarebbe il caso di affrontare questo problema degli incendi sotto forma di prospettiva futura di gestione del problema invece che sottoforma di emergenza che si ripete di anno in anno.