giovedì 31 dicembre 2015

Buon 2016 a tutti!

 

 

 

Abbiamo bisogno di contadini,
di poeti, di gente che sa fare il pane,
di gente che ama gli alberi
e riconosce il vento

Più che l'anno della crescita,
ci vorrebbe l'anno dell'attenzione.
Attenzione a chi cade,
attenzione al sole che nasce e che muore,
attenzione ai ragazzi che crescono,
attenzione anche a un semplice lampione,
a un muro scrostato.

Oggi essere rivoluzionari significa
togliere più che aggiungere,
significa rallentare più che accelerare,
significa dare valore al silenzio,
al buio, alla luce, alla fragilità, alla dolcezza.

 

Franco Arminio da "Geografia commossa dell'Italia interna"

mercoledì 30 dicembre 2015

Ecosostenibili si nasce ... o si diventa ma non in 3 giorni

La pessima idea del blocco del traffico, la classica soluzione d'emergenza per far vedere che si sta facendo qualcosa. Non importa cosa, l'importante è far vedere che siccome c'è l'emergenza qualcuno ha agito e si è preso il merito di aver tentato di risolvere il problema. Aspettare i dati per vedere i miglioramenti certo sarà utile a chi ha avuto l'idea per poi vantarsene, meno utile pensare di affrontare i problemi con dei palliativi quando è troppo tardi e peggio ancora strumentalizzare politicamente il problema "tifando" per una soluzione o un'altra.
La soluzione al problema non esiste e non ce l'ha in tasca nessuno se il problema viene affrontato così, cioè DOPO. Perché è un problema causato da tutti i cittadini, non solo da una parte o dall'altra, e è un problema comune a tante altre realtà europee e dei paesi industrializzati. 
Il problema dei nostri comportamenti e di come ci rapportiamo con il mondo: come se fossimo da soli. Come se la priorità di ciascuno di noi fosse proteggere un presunto proprio benessere, neanche quello della comunità a cui appartiene - figuriamoci quello dell'intero pianeta - ma proprio il proprio, il mio-tuo-suo benessere economico o apparenza di agio. Le case automobilistiche producono pubblicità di auto con 3.000 di cilindrata che consumano mezzo litro di benzina ogni volta che pigi l'acceleratore e ti mostrano strade deserte dove sgommare con codesto prodigio, poi ti imbottigli in tangenziale est con centinaia di altri clienti di tali case automobilistiche confrontando la tua auto con quella del vicino, ma per qualche motivo ti senti un figo e te ne vanti con tutti.
Poi il controsenso di chi se la prende con gli inceneritori se sono sul proprio territorio - come se l'inceneritore nel terreno del vicino fosse automaticamente la scelta più corretta perché non lo tocca di persona oggi - ma se gli dici di produrre un solo sacco di rifiuti indifferenziati a settimana (il cosiddetto secco) ti insulta perché non capisci niente della vita delle persone normali.
Se prima di acquistare qualcosa con un imballo e gettare qualcosa che non serve più pensassimo "e se questo gesto lo facessero 7 miliardi di persone? sarebbe sostenibile?" probabilmente cambiaremmo spontaneamente gran parte dei nostri comportamenti. 
La soluzione esisterà quando considereremo prioritario non tanto cambiare l'auto perché ci dicono che la nuova è più sostenibile - in realtà affascinati da una pubblicità ingannevole in cui ci fanno credere che noi come persone avremo più valore/bellezza/divertimento acquistando quel prodotto - quanto piuttosto far durare le nostre auto 300.000 km prima di buttarle, con adeguata manutenzione e prevenzione dei problemi. Certo sarebbe utilissimo cambiare le caldaie in città se sono vecchie e inquinanti, ma ancora di più lo sarebbe non tenere il riscaldamento sui 20 gradi d'inverno, e non perché c'è un divieto di farlo ma perché non ha senso avere 20 gradi in casa d'inverno. Sono le scelte piccole, quotidiane, di ognuno di noi che possono fare la differenza e a livello istituzionale sicuramente la scelta di investire sui mezzi pubblici, non 20 anni dopo le tangenziali e varie Teem e Pedemontana, ma in modo alternativo alle vie asfaltate. Prolungando la metropolitana con la stessa tempestività con cui è comparsa la Teem in tempo per Expo e facendo in modo che i mezzi pubblici siano fruibili da tutti in modo semplice e che non renda le giornata infinite
- orari sensati per il nuovo mondo del lavoro che cambia dove è sempre più normale avere turni di lavoro e impegni in orari che non sono 9-18 lunedì-venerdì
- puntualità, perché una persona puntuale di natura non vuole in alcun modo arrivare in ritardo agli appuntamenti giustificandosi con "mi sono affidata a mezzi di fortuna per arrivar qui"
- prezzo dei biglietti che sia in rapporto alla qualità del servizio
- reperibilità dei biglietti stessi, troppo spesso se si cerca di prendere un autobus o un tram di sera o di domenica non essendo in possesso di un abbonamento non è possibile reperire il biglietto
- sicurezza nelle stazioni anche in orario notturno garantita da videosorveglianza anche esterna se necessario. 



Un capitolo in particolare va speso per il prolungamento della linea M2 dal Cologno Nord a Vimercate: con la realizzazione di questo progetto sarebbe possibile collegare una delle aree più popolose dell’area urbana milanese e una delle più significative dal punto di vista produttivo mettendo in connessione diretta Milano con l'area del distretto hi-tech, inoltre ogni giorno transitano sulle nostre tangenziali pendolari provenienti da Bergamo, Lecco, Como e Varese con gravi danni per le persone e per l'economia, gravi ritardi e incertezze nella puntualità dell’arrivo delle merci, difficoltà per il raggiungimento del posto di lavoro, gravi danni per l'inquinamento e quindi sul lungo periodo per la salute dei cittadini. E sicuramente un alleggerimento del traffico sulla tangenziale Est sarebbe un vantaggio anche per l’aeroporto di Linate che oggi è più difficilmente raggiungibile in tempi brevi proprio per la congestione del traffico. 
Tra l’altro ci sono anche i margini per ridurre i costi del progetto iniziale, prevedeva un investimento di 477 milioni di €, per esempio sviluppando tutto il tracciato in superficie.  A gennaio 2014 si è parlato di utilizzare i soldi dell’aumento del casello della Tangenziale Est di Agrate per finanziarla ma al momento anche questo è rimasto solo un progetto. I cittadini di Vimercate, Concorezzo, Agrate Brianza, Brugherio e tutti i lavoratori delle aziende di quest’area aspettano da anni la metropolitana. 
Abbiamo avuto la Teem, tra poco -speriamo di no - la Pedemontana, decine di concessionarie di auto sul territorio ma ancora non un servizio di trasporto pubblico efficiente e al passo con i tempi.  

mercoledì 16 dicembre 2015

Il ministro Franceschini in visita alla Villa Reale di Monza


"Dobbiamo riconoscere che qui è stato fatto un lavoro molto importante, con una forma di lavoro consortile che è sicuramente il modo migliore per integrare esperienze pubbliche e private, un modello che è stato usato poco in Italia ma che noi vogliamo far diventare un modello sempre più utilizzato quanto meno per coordinare i diversi ruoli istituzionali: icomuni, le regioni e lo Stato. Ma anche per coinvolgere i privati come è avvenuto qui a Monza". E' soddisfatto il ministro Dario Franceschini dopo la visita alla Villa Reale di ieri: "mi paiono del tutto evidenti le potenzialità straordinarie di questo luogo - continua - sia per la posizione in cui è sia per i flussi turistici crescenti su Milano e la Lombardia e questo veramente può diventare un fiore all'occhiello, sia la Reggia che la meraviglia del parco". E riguardo la ristrutturazione dell'ala nord: "gli interventi devono essere accompagnati nello stesso momento al tipo di utilizzo che si vuole dare al bene recuperato. Mettendo insieme le risorse di diversi livelli istituzionali e un po' di Art Bonus - che è stato immaginato con un incentivo fiscale molto alto per coinvolgere i privati. Il Ministero ha destinato 1,5 milioni per il recupero del teatro quindi andiamo in questa direzione".



"Con il ministro Franceschini c'è stata un'inversione di tendenza sulla cultura - sottolinea l'on. Roberto Rampi in Commissione Cultura alla Camera - da Art Bonus alle risorse della legge di stabilità finalmente la cultura in Italia ha il ruolo che doveva avere. E Monza e Brianza che ha scommesso su questo, su una grande risposta popolare, ha un suo ruolo proprio dentro questo scenario".



giovedì 10 dicembre 2015

Oltre la superficie?

La superficialità è un approccio al mondo più comodo. Permette alle persone di semplificare in uno schema statico, di non porsi troppe domande. Di ridere e piangere quando si prova un'emozione con la certezza di avere amici intorno che provano la stessa cosa e quindi sentono empaticamente con te le stesse cose. Essere superficiali non ci mette in discussione, se c'è un dubbio ci salverà un slogan, uno schema altrui. Uno stile di vita precompilato. Una risposta - scelta da altri - a una domanda mai fatta in modo conscio. 
Possiamo sconfiggere la superficialità? No perché non è un nemico da sconfiggere, ma possiamo invece tendere un ponte verso le persone che guardano alla realtà senza approfondire. Senza mai andare sotto la superficie. Provando a far scoprire a queste persone cosa succede quando si mette in discussione il proprio punto di vista, quando tutto diventa dinamico. Quando si inizia a camminare non si smette più, quando si inizia a volare non ci si accontenta più di stare fermi su un ramo. In questo senso sono stata fortunata nell'aver incontrato persone che mi hanno fatto scoprire un mondo nuovo, che hanno dato voce al mio bisogno interiore di risposte con filosofia. Il fascino del dubbio, della conoscenza, della ricerca possono diffondersi solo se costruiamo un ponte anche verso quelle persone che sembrano affezionate alle proprie certezze.

superficie ghiacciata ... piena di sfumature

giovedì 3 dicembre 2015

Nessuno tocchi Caino: intervista a Radio Radicale dell'on. Roberto Rampi

Riporto una parte dell'intervista dell'on. Roberto Rampi a Radio Radicale - qui potete riascolarla - sul tema della pena di morte e sul ruolo dell'associazione "Nessuno tocchi Caino"

"Credo che in un momento come questo la paura rischi di mettere in discussione alcuni nostri diritti fondamentali e alcune basi culturali su cui è basata la nostra società: la convivenza civile e il diritto a una giustizia, la possibilità delle persone di recuperare rispetto agli errori che hanno fatto. Pensiamo oggi a quanti cittadini italiani, ma anche quanti cittadini del mondo, avrebbero la forza e il coraggio di dire che un assassino come quelli che stanno colpendo con il terrore diverse città del mondo, da Parigi al Mali alla Turchia, è una persona che se possibile dovrebbe essere recuperata e dovrebbe provare a essere reinserita nella società. È una cosa assolutamente contro il senso comune. Però questa è la battaglia che da sempre porta avanti “Nessuno tocchi Caino”. La pena di morte in molti Paesi è considerata un fatto normale proprio perché si considera che una persona che ha ucciso o ha commesso delle violenze inaudite su minori o su donne non abbia più il diritto di vivere.
Ecco io credo, pur senza andare a rispolverare Beccaria, che non appartenga allo Stato la scelta di dire chi ha il diritto di vivere e chi no. Lo Stato deve occuparsi in maniera pratica di risolvere un problema. Se c’è una persona pericolosa finché è pericolosa bisogna anche purtroppo detenerla ma in realtà l’obiettivo dello Stato è quello di capire le ragioni di quella persona e di provare a ricostruire un senso di cittadinanza.



Penso che questo Paese avesse qualche elemento forte da questo punto di vista perché sia la cultura cattolica sia la cultura del campo socialista avevano diffuso un’analisi, un’idea anche nei ceti più popolari che tutto sommato chi commette i crimini non lo fa solo per una spinta individuale ma lo fa perché deriva da un certo contesto e perché c’è un problema sociale. In questo momento storico questo tema è venuto molto meno. Ad esempio quando Bergoglio in Africa dice che è la povertà che ha armato gli assassini, dice una cosa normale in realtà per la storia della Chiesa ma non più molto sentita nel senso comune. Allora credo che in un momento come questo ci sia più bisogno di una realtà come “Nessuno tocchi Caino” che magari provi a raccontare anche la realtà delle carceri italiane, e quando noi pensiamo di compiere la giustizia quanta ingiustizia compiamo, che è una cosa di cui si parla poco. Ma soprattutto quel tema di fondo che peraltro è l’origine del nome: se Caino ha ucciso Abele, il problema è se noi abbiamo la capacità di non essere anche noi Caino e di trasformare Caino, cioè di fare in modo che Caino capisca il suo errore e superi il suo essere Caino, oppure se eliminandolo anche noi siamo noi tutti a diventare dei Caino. Ecco questo credo sia il problema." 

mercoledì 2 dicembre 2015

Fotografie libere per i beni culturali


Perchè liberalizzare le riproduzioni in archivi e biblioteche? …. ecco 10 buoni motivi per farlo.  
 
1. La tecnologia digitale agevola sensibilmente le operazioni di trascrizione, con la possibilità di rivedere la propria trascrizione in luoghi e tempi diversi da quelli di consultazione diretta; 
 
2. Lo scatto fotografico è assimilabile nello spirito e nelle funzioni all’atto di prendere appunti (la fotocamera digitale è mezzo di fruizione del documento come la matita personale o il computer portatile);  
 
3. La riproduzione a distanza non sottopone di per sé la documentazione ad uno stress maggiore di quello subito durante la normale consultazione;  
 
4. La riproduzione a distanza contribuisce anzi alla sua tutela del documento sia perché, a differenza della fotocopia, non implica un contatto diretto con il supporto, sia perché riduce al minimo il numero di accessi diretti alla documentazione consultata; 
 
 5. Si rendono più sostenibili i costi della ricerca permettendo agli utenti degli archivi di evitare lunghi e costosi soggiorni in trasferta;  
 
6. Si attenuano le disparità esistenti tra studiosi che dispongono di maggiori o minori risorse economiche, contribuendo a garantire un accesso più democratico ai fondi documentari (si pensi ai giovani laureandi, ai dottorandi privi di borsa, ma anche a tutti coloro i quali sono costretti a rinunciare alla ricerca archivistica per motivi di tempo e per i quali la fotografia libera sarebbe invece un valido supporto);  
 
7. Si incentiva la valorizzazione del patrimonio archivistico e bibliografico nazionale coinvolgendo come soggetti attivi un maggior numero di studiosi; 
 
 8. Si contribuisce a valorizzare l’insieme del nostro patrimonio culturale: il turismo di qualità si nutre infatti di contenuti culturali che sono spesso esito della ricerca documentaria condotta in archivi e biblioteche;  
 
9. Può costituire un’occasione di rilancio dell’immagine delle biblioteche e degli archivi che, sempre più marginalizzati, stentano ad essere percepiti come effettivi centri di diffusione della cultura oltre che come centri di conservazione; 
 
 10. Liberalizzare significherebbe stringere una rinnovata ‘alleanza’ tra operatori e utenza risaldandone il fondamentale rapporto fiduciario: da un lato numerosi utenti in archivio eviterebbero tentativi di eludere la sorveglianza fotografando furtivamente manoscritti e documenti in violazione delle norme, dall’altro gli istituti che custodiscono i fondi documentari sarebbero nelle condizioni di favorire il più ampio accesso alle fonti e creando le condizioni per la più ampia diffusione del sapere.
 

martedì 1 dicembre 2015

La scuola di Rozzano è solo un pretesto per alzare i toni?

Visto che Rozzano sembra diventata il centro di un presunto conflitto bigotti-infedeli leggiamo il comunicato della scuola che ha fatto da passerella d'onore a Salvini, Gelmini & co. 
 
 
      
 
"Non ho mai fatto rimuovere crocefissi né dalle aule del Comprensivo Garofani né da quelle delle altre scuole che ho gestito e diretto nel corso di più di vent'anni per un motivo molto semplice: nonc'erano" afferma Marco Parma, dirigente scolastico dell'istituto comprensivo in oggetto "L'unico diniego che ho opposto riguarda la richiesta di due mamme che avrebbero voluto entrare a scuola nell'intervallo mensa per insegnare canti religiosi ai bambini cristiani". 
 
E ci mancherebbe che la scuola debba diventare un surrogato del catechismo, tanto più ad opera di soggetti esterni che vogliono entrare nella scuola: mi pare il minimo che debbano chiedere al preside e possano tranquillamente sentirsi dire di no.
Informarsi, leggere, confrontare le diverse versioni dei fatti. No non è la descrizione di un detective ma di un qualunque giornalista un minimo capace e anche di chi rilascia dichiarazioni a muzzo. 
Al di là della mia opinione personale, per cui la scuola dovrebbe essere laica e non destinata in alcun modo ad una formazione religiosa di parte dei ragazzi, qui si tratta proprio di cambiare i fatti e utilizzarli a proprio uso e consumo. 
Trovo peraltro stupefacente il comportamento dell'italiano medio: paga per il sesso, bestemmia al bar, non va a messa quasi mai, cerca di raggirare il sistema con tutti mezzi possibili e si comporta in modo spontaneo violando ogni giorno alemno 7 o 8 - presunti - comandamenti, ma quando si parla della festa di Natale e del crocifisso nelle scuole dice di voler difendere la propria cultura. Mi sfugge quale. Soprattutto in una scuola in cui sono andate le telecamere a riprendere le pessime condizioni in cui sono le aule e le aree comuni, sinceramente anche avessero tagliato sulla festa di Natale sarebbe stato solo meglio per avere la possibilità di rendere l'edificio fruibile ogni giorno da tutti gli studenti.

venerdì 27 novembre 2015

Raccolta firme per la cannabis terapeutica in Lombardia

WEEDKEND di mobilitazione straordinaria in tante piazze lombarde: a Milano, Lodi, Monza, Sondrio, Treviglio e Varese sono allestiti tavoli di raccolta firme per regolamentare la Cannabis Terapeutica in Lombardia. Obiettivo? Arrivare a 4.000 firme e fare, di questo fine settimana, un Weedkend con la "WEED" maiuscola.

In tutti i tavoli sarà possibile firmare anche la proposta di legge regionale per l'istituzione del Registro Regionale dei Testamenti Biologici e per l'introduzione del Testamento Biologico.

MILANO:

- Venerdi 27 novembre dalle 17 alle 21 davanti al MAKAO - via molise 68;
- Sabato 28 novembre dalle 21:00 alle 00:30 Colonne di san Lorenzo (fronte old wild west);
- Sabato 28 novembre dalle 15:00 alle 18:00 in via Plinio 38 (Energolab - Evento "1' Autumn School" FutureDem)
- Domenica 29 novembre dalle 11:00 alle 16:00 in darsena/Piazza XXIV maggio;
- Domenica 29 novembre dalle 15:00 alle 19:00 in Piazza San Babila, angolo Corso Vittorio Emanuele II.

LODI:

- Sabato 28 novembre dalle 17:00 alle 19:30 in Piazza della Vittoria.

MONZA:

- Domenica 29 novembre dalle 14:30 alle 18:00 in Largo Mazzini (fronte Rinascente).

SONDRIO:

- Sabato 28 novembre dalle 9:30 alle 12:30 in Piazza Campello.

TREVIGLIO:

- Sabato 28 novembre dalle 9:00 alle 13:00 in Piazza Cameroni.

VARESE:

- Sabato 28 novembre dalle 15:00 alle 19:00 in Piazza San Giuseppe.

sabato 14 novembre 2015

Pensare, amare, agire


Venere e Marte - Sandro Botticelli - 1483


Ci vogliono ignoranti? leggiamo un libro in più.
Ci vogliono guerrafondai? studiamo la guerra, le guerre che sono state, leggiamo le parole usate per descrivere quei nemici a distanza di qualche decennio o anche di un centinaio di anni, e riflettiamo su come venivano descritti quei nemici, quelle azioni.
Ci vogliono nazionalisti? Guardiamo ai nostri monumenti ai caduti, che celebrano come eroi soldati mandati al macello da uomini di potere senza scrupoli in nome di una nazione che non era affatto unita al suo interno e non lo è ancora.
Ci vogliono razzisti? stringiamo la mano a ogni persona di ogni colore con lo sguardo di un bambino.
Ci vogliono certi che il nemico sia quello definito dai media e dai fabbricatori di armi? Coltiviamo il dubbio in ogni dialogo, in ogni incontro, in ogni conflitto, in ogni litigio, nel modo di approcciare a ogni punto di vista diverso dal nostro.
Ci vogliono tutti francesi? Proviamo a essere tutti Europei, e cittadini del mondo.
Vogliono che proteggiamo l'Italia dalla cultura araba? Pensiamo alle nostre crociate, alle donne emarginate a bordo Paese e mandate al rogo perché considerate streghe nel non lontano medioevo, e ancor più recentemente alla mafia che tanti italiani hanno esportato negli Stati Uniti ma non solo. Pensiamo se ogni volta che uno di noi va all'estero ci fa piacere essere associati a un mafioso, o alle donne di Silvio. Pensiamo se ogni volta che un tedesco esce dall'Europa, gli fa piacere che gli sia rinfacciata la Shoah. E riflettiamo su quanti di questi profughi che arrivano sulle nostre coste stanno scappando proprio da quegli stessi terroristi che hanno colpito così tante volte anche nei loro Paesi, e spesso non ce ne siamo occupati perché li sentivamo così lontani. 
Vogliono che proteggiamo i nostri confini? Guardiamo quali sono i veri confini, sono lì nella nostra mente. Guardiamo a come sono stati tracciati spesso questi fantomatici confini, linee nette su una carta geografica negli stati nordafricani al tempo della colonizzazione, linee nette dove qualcuno pensava che essendoci il deserto non ci fosse nulla perché l'essere nomade è un modo di essere che non è considerato nella nostra "civiltà".
Proviamo a guardare al Mediterraneo come il luogo dove troviamo le radici della nostra cultura, il Mediterraneo come lo vedevano gli antichi: non un confine ma un passaggio, un mare caldo e navigabile attraverso cui portare merci, conoscenze, amori.
L'idea dell'alfabeto è stata dei fenici, i nostri numeri sono arabi, ogni cosa che mangiamo è probabilmente non del tutto italiana, la ricchezza del nostro cibo è mediterranea, le nostre vacanze e le nostre danze sono incontro e contaminazione con il diverso, una contaminazione bellissima attraverso cui possiamo essere quelli che siamo: appassionati di cultura, amanti del buon cibo, viaggiatori. 
Ogni matita, ogni penna, ogni parola stampata o scritta o disegnata è un'idea, una voce, un punto di vista. Costruiamo una biblioteca, insegniamo a leggere a un analfabeta da qualche parte nel mondo con qualche mezzo. Regaliamo un libro in più, lasciamo per strada o su un treno un libro che abbiamo già letto. E sperimentando ogni diversità senza paura, disarmiamoci.
Disarmiamo le nostre intenzioni bellicose, dopo le lacrime facciamo un bel respiro e guardiamo ai "nostri" morti europei con il dolore e il rispetto con cui guardiamo ad un amico morto, ma con la consapevolezza che una vita vale uguale sia essa quella di un civile morto in Syria o di un bimbo morto di fame in India o di una donna morta di parto in un villaggio africano nell'oblio della stampa e dei mezzi di comunicazione di massa.
Con un pensiero fisso che ho in mente: perché l'amore vinca sulla guerra, bisogna amare davvero. Se noi per primi proviamo odio, ribrezzo, disgusto, paura, non possiamo chiedere che qualcosa sconfigga la guerra perché quel qualcosa non ce l'abbiamo dentro neppure noi.

"O è il male ciò di cui abbiamo paura
o il male è che abbiamo paura"
Sant'Agostino

venerdì 6 novembre 2015

#MusicaViva verso un patto per la musica live nelle città del futuro

Il Patto per la musica è il frutto del lavoro di confronto tra tutti i soggetti della filiera musicale che si è svolto in occasione del Convegno Musica Viva a Milano, il 23 e 24 ottobre 2015 - Leggi il Patto: http://bit.ly/1SrdY84

convegno #MusicaViva 23 ottobre 2015 Palazzo Reale Milano

Premessa.

Il presente documento nasce dal lavoro e dal coinvolgimento di numerosi soggetti sia pubblici che privati tra i quali rappresentanti del Governo, del Parlamento, di Istituzioni, di enti locali, di associazioni di impresa e di categoria, e tanti altri rappresentanti dell’industria della musica dal vivo uniti dal comune intento di promuovere e valorizzare la complessa filiera e di mettere a sistema le buone pratiche sviluppate a livello locale e nazionale.

In Italia si stanno infatti attivando numerose iniziative di rinnovamento volte allo sviluppo, facilitazione e sostegno dell’industria della musica dal vivo nel riconoscimento del suo valore sociale, culturale, economico in termini di indotto e di occupazione.

Questo documento, redatto all’interno del convegno “MUSICA VIVA. Verso un patto per la musica live nelle città del futuro” svoltosi a Milano il 23 e 24 ottobre 2015, intende connettere tutte queste esperienze e costruire una proposta concreta e condivisa da tutti i soggetti della filiera musicale, un vero e proprio patto per riconoscere il settore della musica dal vivo e per armonizzare la normativa connessa e favorirne il pieno sviluppo.

Questo approccio consente infatti di affrontare il mondo della musica e dello spettacolo dal vivo con visione d’insieme proponendo una ridefinizione dei diritti e dei doveri in un’ottica di sistema e di bilanciamento tra i vari interessi, aspetti e soggetti che lo compongono.

A questo proposito le linee di intervento proposte per sostenere la Musica, equipararla a tutti gli effetti alle altre forme di spettacolo dal vivo e riconoscere il valore sociale, culturale ed economico del settore sono riconducibili a quattro macro temi che compongono e interagiscono tra loro nel sistema della musica: formazione, produzione, promozione/ diffusione, fruizione.
- Considerato che è chiara l’urgenza di sostenere tutti i percorsi formativi e didattici che promuovano la cultura musicale di base e dell’apprendimento della musica durante tutto il corso della nostra vita come volano principale per la promozione della musica e del “consumo” del prodotto musicale; e allo stesso tempo la formazione dei musicisti e di tutte le figure coinvolte nella filiera musicale;
- Considerato che nel campo della produzione è necessario riconoscere la dignità professionale e sociale dei musicisti, dei tecnici e di tutti i lavoratori impegnati nello spettacolo dal vivo al pari di altre categorie professionali, è necessario provvedere ad una riforma del sistema previdenziale, fiscale e di sicurezza e attraverso la promozione delle realtà emergenti e più piccole, e attraverso un sostegno economico maggiore sia di tipo diretto sia in termini di facilitazioni fiscali;
- Considerato che è importante promuovere una cultura musicale anche all’interno dei media per favorire la diffusione della musica italiana e adeguare l’azione del nostro Paese attraverso strumenti per la valorizzazione di progetti musicali in Italia e all’estero;
- Considerato quindi che si riconosce la paritaria importanza sia della fruizione che della produzione musicale in qualsiasi ambito, avendo ben presente che il potenziamento e la tutela del mondo della formazione musicale e delle professionalità artistiche costituiscono le basi di qualsiasi sistema di offerta, lo scopo di questo lavoro è quello di individuare soluzioni verosimili relative al momento della fruizione pubblica ambito privilegiato di cultura, socialità e impatto economico.

Favorendo la performance live in quanto unico momento in cui le istanze di tutti i soggetti coinvolti necessariamente convergono, si ottengono molteplici benefici su tutta la catena e ricadute positive anche per i settori della formazione, produzione e promozione.

In questo contesto gli aspetti che agevolano la produzione e la fruizione sono quindi al centro di questo documento di proposta unitario, che parte dall'assunto che la cultura sia un bene costituzionalmente protetto e tutelato anche dall'articolo 9 della costituzione Italiana.

Impegni e proposte operative

1.ABROGAZIONE O SPOSTAMENTO DELLA DISCIPLINA DI PUBBLICO SPETTACOLO DAL TULPS AD ALTRO MINISTERO

a)Lo spettacolo dal vivo ed in particolare la musica popolare contemporanea, nei concerti e manifestazioni a carattere temporaneo, al pari di altre discipline dello spettacolo, non possono

essere più considerati come un “problema di ordine pubblico e sicurezza”. Per le sue particolari caratteristiche produttive e di fruizione la musica dal vivo necessità di norme specifiche, che in virtù della bassissima per non dire assente pericolosità sociale e con una casistica infortunistica mediamente bassa, non possono essere quelle del T.U.L.P.S. .

2.FORMAZIONE E CONSULENZA TRASVERSALE DEGLI UFFICI, ENTI COMPETENTI ED OPERATORI DEL SETTORE CHE GESTISCONO PROGETTI DI PUBBLICO SPETTACOLO

a)Si rileva la necessità di formare ed informare con continuità tutti i soggetti coinvolti, operatori ed erogatori del servizio anche in collaborazione con le associazioni di categoria, in merito alla normativa e alla sua applicazione per identificare procedure omogenee e uniformi;

b)Prevedere che gli enti valutativi, autorizzativi e di controllo (CCV, VVF, Sovrintendenza, SUAP, ecc) prevedano all’interno delle proprie competenze di legge, anche momenti consulenziali e/o assistenziali aperti agli operatori di settore;

c)Condividere documenti e vademecum orientativi ed interpretativi delle normative tra operatori e professionisti con consulenze di esperti del settore.

3.DIFFUSIONE E VALORIZZAZIONE DELLE BUONE PRATICHE ADOTTATE DA COMUNI O ENTI NELL'AMBITO DI PROGETTI DI PUBBLICO SPETTACOLO

a)Al fine di generare buone prassi e non alimentare la discrezionalità, la libera interpretazione delle norme e ridurre i costi amministrativi, si intende valorizzare e diffondere le pratiche virtuose già attuate da amministrazioni, enti e operatori ed attivare sperimentazioni volte a semplificare le procedure;

b)Valorizzare l’esperienza dello ”Sportello unico Manifestazioni ExpoinCittà”, standardizzazione e armonizzazione a livello nazionale del 'Modello unico' elaborato da Milano e a seguito chiarimenti anche di quello di autocertificazione di Firenze con un anno di sperimentazione speciale a partire in particolare sulle aree metropolitane;

c)Dall'esperienza di #musicaviva creare un gruppo di lavoro tecnico/istituzionale permanente per affrontare i temi della semplificazione e facilitazione normativa di tutta la filiera musicale e spettacolo dal vivo.

4.MIGLIORAMENTO COMPLESSIVO DEL SISTEMA DELLA TUTELA DEL DIRITTO D’AUTORE E DEI DIRITTI CONNESSI DA PARTE DI SIAE

a)Nuovi servizi on line o miglioramento/implementazione di quelli già on line, in particolare compilazione del programma musicale in via telematica e presenza on line del tariffario completo, con un'attività di informazione/formazione a favore degli organizzatori e degli esecutori;

b)Creazione di un network tra le autorità investite di poteri di controllo (inclusa la SIAE) per consentire la definizione di modulistica e/o documentazione univoca che assolva a tutte le autorizzazioni necessarie legate alla musica dal vivo (logica dello Sportello unico);

c)Partecipazione di SIAE al progetto di censimento dei luoghi di spettacolo, con messa a disposizione dei dati (anche geo referenziati) relativi ai quasi 114.000 luoghi di spettacoli già censiti da SIAE;

d)Rilancio dell’Accordo SIAE/ANCI, con estensione dei benefici non solo agli eventi direttamente organizzati dai Comuni, ma anche a quelli per i quali il Comune si fa promotore/co– organizzatore (si veda convenzione ExpoinCittà) e con riferimento alla problematica dei contributi degli enti locali a sostegno dell'attività culturale.

5.SEMPLIFICAZIONE NORMATIVA PER LICENZE E AUTORIZZAZIONI

a)Eliminare le licenze e i pareri (Comune, VVF, ecc.) sui luoghi di pubblico spettacolo, sia al chiuso che all'aperto, con capienza sotto le 200 persone con autocertificazione di rispondenza alla normativa da parte del titolare dell'attività controfirmata dal tecnico incaricato (*Nota tecnica 1) ;

b)Impegno a valorizzare lo strumento dell'autocertificazione (in particolare per le attività di cui all'articolo 68 69 e 80 del regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, come in parte modificato dalla legge

n.112 del 2013) e a efficientare e coordinare il sistema dei controlli, anche potenziando pratiche virtuose di consulenza preventiva da parte degli organi ispettivi;

c)Classificare gli eventi per fasce progressive in base all'entità, alla portata e alla tipologia, sulla base delle quali applicare procedure autorizzative e obblighi normativi differenziati;

d)Adeguamento e armonizzazione della normativa relativa allo Sportello Unico Attività Produttive (SUAP) includendo i procedimenti che abbiano ad oggetto l'esercizio di attività di pubblico spettacolo e privilegiando la procedura telematica e l'utilizzo della PEC con Firma Digitale;

e)Voltura (dichiarazione del cedente). Procedura semplificata in caso cambio di titolarità di attività senza modifiche;

f)Legittimazione e affermazione di compatibilità tra intestatario C1 Siae ed intestatario Licenza pubblico spettacolo, che è sempre stata prassi, consolidata poi nel caso degli spettacoli di qualsiasi tipo in teatro,

g)Rilascio in tempo reale del parere della CCV a fine sopralluogo di agibilità previo esame della documentazione tecnica anticipatamente presentata dai professionisti;

h)Proposta di sperimentare le CCV su aree vaste iniziando dalle città metropolitane (la norma attuale prevede un’associazione tra i Comuni);

i)Si invita il Governo a valutare l'opportunità di individuare per tutte le finalità sopra esposte un fondo denominato «Fondo per la semplificazione in materia di spettacolo».

6.PROGETTO E ISTITUZIONE DI UN'ANAGRAFE DEI LUOGHI DI SPETTACOLO E DI PARTNERSHIP PUBBLICO/PRIVATO

a)Istituire un'anagrafe dei luoghi per lo spettacolo (venue), a partire dalle Aree metropolitane, di concerto con Ministero Mibact/Siae/Anci/Assomusica, contenente le ipotesi di allestimento preautorizzate dalle commissioni di vigilanza;

b)Favorire le partnership e le convergenze d'obiettivi tra Pubblico, Privato e Privato Sociale, anche nell’individuazione di progetti di recupero e/o utilizzazione e/o creazione di spazi atti alla promozione di nuovo pubblico e la produzione di nuova offerta culturale in specie musicale, sia di spettacolo che formativa, prediligendo realtà a vocazione sociale con impatto valoriale misurabile nelle comunità d'appartenenza.

7.PREVENZIONI INCENDI E VIGILI DEL FUOCO

a)Sostituire, almeno per alcune attività di pubblico spettacolo, la squadra di vigilanza ad opera dei Vigili del fuoco, con gli addetti antincendio adeguatamente formati (**Nota tecnica 2);

b)Uniformare indici affollamento, estendendo l’applicazione del valore di 2 persone al mq previsto nei palazzetto dello sport in caso di concerti (art 3.3 allegato DM 19/8/96) alle sale e spazi in assenza di arredi aventi le medesime caratteristiche (***Nota tecnica 3).

8.AGEVOLAZIONI FISCALI E NON AL SETTORE MUSICALE E VALORIZZAZIONE INDOTTO IN TERMINI DI COMMERCIO, LAVORO, TURISMO

a)Incentivi fiscali sui locali che realizzano interventi di adeguamento, ristrutturazione o abbattimento dell’impatto acustico e sicurezza nelle sale per spettacolo dal vivo;

b)Credito d’imposta su attività musicali e acquisti di materiali tecnici o su strumenti musicali;

c)Detrazioni sul modello ArtBonus a favore delle donazioni ai soggetti no profit che trattano e organizzano musica dal vivo.

9.ACUSTICA E QUIETE PUBBLICA

a)Dare attuazione alla trasformazione in illecito amministrativo del reato di disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone di cui all'art. 659 del codice penale, più comunemente noto come disturbo alla quiete pubblica, come previsto all'art. 2 comma 1 lettera b della "Delega al Governo in materia di pene detentive non carcerarie e di riforma del sistema sanzionatorio", nell'ottica della semplificazione e del buonsenso;

b)Si richiede che i Comuni, all'interno dei propri strumenti di zonizzazione acustica, considerino le attività di musica dal vivo e individuino zone dedicate della città dove sia incoraggiata l'apertura di locali o dove sia prevista l'organizzazione di eventi, anche con prescrizioni di orario ben definite ed eventuali deroghe ai limiti per eventi circoscritti nel tempo. Avere regole chiare è importante per favorire questa forma d'arte, che non può essere considerata rumore, ma una risorsa culturale, sociale ed economica per le nostre comunità.

10.LAVORO E SICUREZZA DEI LUOGHI E DEGLI ALLESTIMENTI

Considerando che i tempi di allestimento degli spettacoli sono sempre velocissimi e contingentati e che spesso artisti e tecnici si trovano a cooperare in spazi ristretti si propone di:

a)Aderire alla Certificazione professionale europea di terza parte basata su profili professionali condivisi dalle categorie e riconosciuti in ambito nazionale da tutte le regioni, con percorsi formativi basati sull'alternanza studio lavoro e con rispetto di codice deontologico;

b)Rivedere il T.U. 81/2008, al fine di definire una specifica modalità organizzativa e gestionale, integrativa di quella prevista dall’articolo 26, per gli eventi esclusi dall’applicazione del decreto palchi e che prevedono il montaggio di opere di piccole dimensioni e che non presentino gravi rischi per i lavoratori. A questo scopo prevedere per gli eventi medio piccoli la possibilità di un percorso di semplificazione salvaguardando l'organizzazione della sicurezza attraverso l'istituzione di un verbale di coordinamento di inizio lavori a cura del responsabile di coordinamento, con registro dei lavoratori presenti e individuazione delle interferenze;

c)Individuare percorsi formativi specifici per professioni specialistiche dello spettacolo con iter condivisi con aziende e lavoratori e associazioni di categoria;

d)Riconoscere specificità alla filiera degli appalti e subappalti nell'allestimento di spettacoli in considerazione dell'apporto personalistico delle competenze sia di artisti che di tecnici, oltre che della necessità degli organizzatori di impiegare per pochissimo tempo, in modo saltuario, talvolta con tempestività, una ingente quantità di personale qualificato che non è possibile assumere direttamente. Allo stesso modo Codificare contratti di lavoro flessibili sia per assunzioni dirette, in somministrazione o in regime di appalto;

e)Prevedere sostegno al reddito dei lavoratori della musica (anche utilizzando i fondi Enpals incorporati dall'INPS) per riconoscere indennità di disoccupazione per professionisti nei periodi non

lavorati. Riconoscere indennità di malattia a carico dell'INPS come la generalità dei lavoratori (senza requisito di 100 giornate), indennità di maternità per intermittenti come per tempi determinati, indennità di infortunio anche per artisti autonomi;

f)Dare piena attuazione al ruolo del coordinatore per la sicurezza sia in fase di progettazione, con il compito di realizzare il coordinamento tra progettazione scenica e progettazione della sicurezza, che in fase di esecuzione degli allestimenti;

g)Prevedere totalizzazione di tutti i contributi previdenziali maturati in tutte le gestioni nel corso di tutta la vita professionale, compresa la contribuzione anche volontaria di tempi utilizzati per prove e studio. 

#musicaviva #pattoperlamusica
PER ADERIRE AL PATTO 
http://goo.gl/forms/iyFIoJItYK

lunedì 2 novembre 2015

La storia di Paola Filippini, respinta al colloquio perché si rifiuta di rispondere a domande personali

Riporto integralmente il post Facebook in cui Paola racconta la sua storia, un colloquio come un altro, in cui tutte le donne si sentono in genere di mentire o si cacciano nei guai fornendo dati richiesti in modo non legittimo. No, non era semplice rispondere. Ad un uomo non sarebbe stata fatta questa domanda, la domanda è quindi discriminante dal punto di vista del genere e infatti il seguito della conversazione lo dimostra. Grazie a persone come Paola che invertono la rotta è possibile fare qualcosa per cambiare le cose, chi subisce supinamente le regole pensando di guadagnare qualcosa perde per se stessa e per tutte le altre donne che verranno dopo di lei. 

Ecco la storia del colloquio di Paola, fotografa, creativa, una persona coraggiosa che si è trovata improvvisamente ad avere a che fare con l'imprenditore italiano medio pronto ad assumere una ragazzina succube come tutte quelle che, pensando di non avere un valore professionale, guardano all'imprenditore come al magnate che sarà in grado di dare qualche soldo per le borsette per cui rispondono a tutte le domande anche quelle non legittimamente poste perché tanto quello che conta è non ribellarsi. No, è ora di dire basta.

"Premetto che ho contato fino a diecimila prima di scrivere queste parole. Ma non riesco a non dirle. E le scrivo qui, per una massima diffusione. Perché tutti devono sapere cosa accade al giorno d'oggi. Vi chiedo di prendervi un paio di minuti per leggere e condividere ciò che mi è successo, perché mi sento offesa e arrabbiata, e tutti, uomini e donne, devono sapere.
E' SUCCESSO DI NUOVO, ED E' ORA DI DIRE BASTA.

Questa mattina sono stata convocata per un colloquio di lavoro presso una nota agenzia immobiliare di Mestre che si occupa-anche-di affitti turistici. Sto cercando un lavoretto saltuario per arrotondare perché non sono ancora abbastanza brava e famosa per vivere di sola fotografia, quindi mi sono proposta come hostess per check-in per alloggi turistici, un lavoro che ho già fatto per tanti anni.
Lui, l'egregio Dott. M.M. si presenta all'appuntamento con 30 minuti di ritardo. Non fa niente. Ha una maglia verde lega, ma mi astengo da pregiudizi. Entro nell'agenzia, e dietro di me, sulla porta, un signore che parla poco l'italiano chiede di poter entrare a chiedere un'informazione. Lui, l'egregissimo M.M., lo secca con un “Torna dopo!”. Soppesando il suo grado di educazione e professionalità, lo seguo verso il suo ufficio.
Mi fa accomodare alla sua scrivania, ma non si presenta, non mi da la mano, non si scusa del ritardo, mi da del tu. Questa cosa mi da fastidio, ma anche qui passo oltre.
Prende un foglio prestampato. Questionario Informativo, c'è scritto. Inizia con le domande:
Lui: “la tua data di nascita?”
io:“1-12-87”
Lui:“e quanti anni hai?”
io: “28”
Lui:“dove vivi?”
io: “risiedo a Mestre”
Lui:“..mi serve l'indirizzo preciso”
io: “sono certa di averlo già scritto nel mio C.v.” sorrido educata.
Lui:“mi serve questa informazione di nuovo” (seccato)
io: “va bene, via ***”
Lui:“ok. Stato civile?”
io: “in che senso?” (oh no, sento già lo stomaco chiudersi)
Lui:“sei sposata? Convivi? Hai figli?”
Respiro “E' necessario che io risponda a questa domanda?”
Lui:“si, è necessario” (si sta agitando)
io: “posso non rispondere”?
Tenetevi forte.
Lui: “Certo. Allora ti puoi anche accomodare fuori, per me il colloquio finisce qui”.
Prende il Questionario Informativo, lo strappa davanti alla mia faccia con fare da vero uomo duro. Si alza, mi apre la porta.
“Non capisco,” dico io “perchè mi sta congedando in questo modo”
Lui: “Perchè tu mi devi rispondere alle domande, e se non mi rispondi il colloquio non può proseguire”
Io: “Non può proseguire il mio colloquio se io non le descrivo la mia situazione famigliare?”
Lui: “esattamente.”
Io: “mi può fornire almeno una spiegazione?” (cerco di insistere)
Lui: “Devo sapere se sei sposata e se hai figli, perché questo determina la tua disponibilità lavorativa”
Io: “mi scusi Dottore, ritengo che la mia disponibilità lavorativa esuli dalla mia condizione privata. Se vuole sapere quanto e quando posso lavorare, mi può semplicemente chiedere qual'è la mia disponibilità oraria”
Lui, ormai furibondo:“Io chiedo quello che mi pare, e se non vuoi rispondere non posso darti il lavoro. Ora te ne puoi anche andare”.
1...2....3......Vabe dai, ormai è fatta. Parto con le mie:
“Posso dirle una cosa? E' proprio per colpa di persone come lei che questo Paese sta andando a puttane. Perché se a una donna viene chiesto di dichiarare la sua situazione famigliare prima di chiederle quali sono le sue capacità, cosa sa fare e quali sono le sue aspettative lavorative, allora siamo proprio in un mondo di merda. Lei non sa che parlo perfettamente 3 lingue straniere, non sa che questo lavoro l'ho fatto per anni, che ho tanta esperienza e capacità. Lei non me lo ha chiesto. Mi tolga una curiosità, anche ai maschi chiede se hanno figli e se sono sposati quando fa loro un colloquio?”
Lui: “no, ai maschi non lo chiedo. Perché questo è un lavoro che ritengo debbano fare solo le donne”
Io (ormai balba): “Sul serio? Ma lei si sente quanto parla?”
A questo punto prendo la porta, ma prima di andarmene gli porgo la mano per salutarlo, professionalmente. Ma lui “no, non ti do la mano”
io: “e perché?”
Lei: “Perchè non voglio darti la mano, buona giornata”.
Sorrido, arrivederci, me ne vado. Torno all'ingresso, e lì, mentre sto per uscire, con gran classe mi urla dalla sua scrivania “spero proprio che troverai un lavoro!!”

Mi fermo un momento davanti alla porta. Non rispondo, semplicemente perché non è mio costume urlare alla gente da un ufficio all'altro. Chi mi conosce sa quanto sono Signora. Esco, e faccio un profondo respiro. Ho detto un decimo delle cose che avrei potuto dirgli. Perchè in quei momenti ti senti così male e così offesa che il cervello rallenta per l'incredulità.
E allora: Caro piccolo uomo col maglione verde e il cazzo sicuramente minuscolo, nel tuo bellissimo ufficio hai incorniciato la foto di tua figlia, una graziosa ragazzina di circa 16 anni, che – per ironia della sorte – assomiglia tantissimo a me quando avevo la sua età. Prova a pensare, piccolo uomo con piccolo cervello e grande presunzione, quando un giorno non molto lontano, la tua piccola vergine figliola andrà a fare un colloquio di lavoro, ed incontrerà un piccolo uomo che le chiederà se è sposata, se ha figli, se convive, e che le sue risposte in merito alla sua situazione famigliare determineranno il suo successo lavorativo. Prova a pensare per un momento come può sentirsi una donna, quando le viene fatta una domanda del genere. E' offensivo, è bruttissimo, è una VIOLENZA. Perchè non importa se hai studiato, se hai lavorato tanti anni, se hai fatto gavetta, se hai un bel C.v.. Importa se hai figli. Perché se li hai, è meglio che tu stia a casa ad allattarli.

Ho scritto questo fatto su facebook, e lo racconterò a tutti. Perché le donne devono sapere che non si devono mai abbassare a queste offese, e gli uomini devono sapere che esistono tanti uomini di merda a questo mondo. Proprio ieri ne parlavo con alcuni colleghi, fatalità oggi mi è successo, di nuovo. Ho perso la possibilità di un lavoro, ma non mi importa niente. Ho salvato la mia dignità, ho mantenuto la mia privacy. La condizione della donna al giorno d'oggi è ancora molto difficile.
Sappiatelo tutti."


Una storia famigliare a molte di noi, a molte delle nostre amiche. Una menzogna obbligata "sono single" data come risposta ogni volta che ci si teneva a quel lavoro, e la certezza di non essere assunte quando il posto non ispirava per niente se si rispondeva "sì certo sono fidanzata". Una volta una mia amica sentendo la responsabile delle risorse umane che le stava facendo il colloquio che urlava tutto il tempo al telefono, ha esagerato: "no sono fidanzata non vedo l'ora di avere un tempo indeterminato per fare dei figli". Il modo perfetto per non farsi assumere, anche se lei in realtà era single.
Un'altra mia amica si è presentata ad un colloquio come educatrice, le è stato chiesto se era fidanzata, ha risposto sì. Sono andati avanti, le hanno chiesto che lavoro faceva il suo compagno, ha detto che era disoccupato. La persona che le ha fatto il colloquio ha fatto una faccia incredibile, quasi schifata. Inutile dire che non l'hanno più richiamata. Inutile dire che non aveva alcuna intenzione di rinnegare il proprio compagno, nonostante erroneamente in tante le avessimo consigliato: menti, sono solo parole, dopo il colloquio quella delle risorse umane non la vedi più. Non è così. Non è questione di raccontarsi o no, è questione di tutela della dignità e della privacy della donna. Di voler essere trattate esattamente come un uomo, pur se in un corpo differente.
Un sistema non meritocratico, inutile dirlo, ma soprattutto un sistema sessista. Urge un cambio di rotta, e una maggior tutela della privacy. E' necessario che chi vive determinate situazioni le renda visibili a tutti, visibili perché solo rendendo il proprio comportamento visibile si può spingere anche gli altri a cambiare e a non rispondere a domande inutili per la propria professionalità.
SIATE VISIBILI, RACCONTATE LE VOSTRE ESPERIENZE NEGATIVE SENZA PAURA.
Senza paura di essere accusate di lamentarvi o di non sapervi adattare, raccontatele perché così spingete altre persone ad opporsi a questo sistema maschilista. Raccontate come siete uscite dalle situazioni in cui siete state messe in imbarazzo, date una lezione a chi pensa di avere un potere solo perché offre quattro spiccioli. Raccontare le proprie esperienze negative quanto più possibile e a quante più persone possibile, farà sì che anche altre non si adatteranno al sistema e l'unione aiuterà ad invertire la rotta. Insieme a una maggior consapevolezza di reale parità degli uomini, ma per questa aspettiamo leggi sul permesso di paternità obbligatorio basate su una visione europea della famiglia e della crescita dei figli. 

lunedì 26 ottobre 2015

Tecniche di primo soccorso pediatrico a scuola e a casa: imparare giocando



Amici e amiche che avete bimbi piccoli o operate nel mondo della scuola: vi consiglio questa app sulle tecniche di primo soccorso pediatrico.
Al momento è disponibile in versione per android: https://play.google.com/store/apps/details… e per Apple: https://itunes.apple.com/…/un-pic-nic...-mozz…/id1039955552…
Questa app è stata creata da Elastico, premio Andersen 2015, per l'associazione no profit IRC (Italian Resuscitation Council) nell’ambito del progetto "Kids save lives", sostenuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, per la diffusione delle conoscenze base del primo soccorso nelle scuole e fra le famiglie. Esiste anche un libro con la storia in versione cartacea.
La fiaba dell'Orso Tum-Tum e della Famiglia Scoiattoli racconta in modo giocoso un concetto fondamentale: in caso di arresto cardiaco e ostruzione delle vie aeree, intervenire si può; anzi, si deve. Con pochi gesti: basta impararli. Il più presto possibile, magari giocando. Cominciate subito: entrate con i vostri bimbi nel magico mondo del bosco, ascoltate la storia… e toccate tutto ciò che vedete sullo schermo: vi aspettano moltissime sorprese! Nella parte dedicata a mamma e papà troverete invece alcune notizie essenziali su come agire in queste situazioni di emergenza.
Italian Resuscitation Council (IRC) è un’associazione scientifica senza scopo di lucro che conduce da anni un’intensa opera di formazione nel campo della rianimazione cardiopolmonare e delle emergenze cardiorespiratorie. 
Dal 2013 IRC organizza periodicamente campagne di sensibilizzazione sul territorio italiano: settimana viva (www.settimanaviva.it).

Imparare giocando e la creazione della storia "Un picnic ... mozzafiato" si inserisce all'interno di un progetto più ampio di prevenzione e formazione, che ha visto approvato nella riforma La Buona Scuola al via quest'anno l'obbligo di inserire l'insegnamento delle tecniche di primo soccorso pediatrico nelle scuole, al fine di formare le giovani generazioni fin da piccole all'aiuto reciproco e a saper intervenire correttamente e tempestivamente in caso di emergenza. 

lunedì 19 ottobre 2015

#Europeembraces! Grecia, con Unione Europea e Sicilia inaugura la campagna di donazioni per i rifugiati

Enterprise Greece, attraverso il Padiglione Greco in EXPO 2015, in un atto di sensibilizzazione e solidarietà, ha deciso di capitalizzare la partecipazione della Grecia nell’Esposizione Mondiale Expo 2015 a Milano e organizzare un'iniziativa umanitaria al fine di fornire un aiuto concreto ai profughi, che arrivano sempre più frequentemente sul territorio dell'Europa mediterranea per diverse vie.
Questa organizzazione vuole cogliere l'opportunità della partecipazione della Grecia in questi due grandi eventi e dedicare la sua Giornata Nazionale all'iniziativa, al fine di aumentare la consapevolezza delle Business Communities e di tutti i cittadini europei sul principale problema paneuropeo dei rifugiati e la loro sopravvivenza.
Questa azione si sposa perfettamente al tema di Expo 2015 e si concentra sui bisogni umani e l'assoluta necessità di sviluppo e di tutela ambientale.
Mercoledì 21 ottobre, per celebrare la Giornata Nazionale della Grecia, il Padiglione - sito all'interno del Cluster Bio-Mediterraneo - vuole in questo modo fare un tributo sia alla Grecia che all'Italia in questo meraviglioso evento culturale mondiale e, soprattutto, onorare l’Europa come un continente di solidarietà e portavoce dei diritti umani.
L'obiettivo è la raccolta - nelle aree raccolta appositamente designate all'interno del sito EXPO – di tutto ciò che è rappresenta una prima necessità pratica di un rifugiato. Ad esempio:

• abbigliamento base per uomini, donne, bambini tenendo conto della stagione fredda in arrivo
• Biancheria intima e scarpe
• prodotti per la pulizia personale e la manutenzione domestica, preferibilmente non liquidi
• prodotti alimentari a lunga conservazione (si chiede di non portare prodotti in confezioni di vetro)
• materiale scolastico, ricordando che l'istruzione è la base per fornire a tutti gli strumenti culturali per una vera consapevolezza democratica e partecipazione attiva alla vita di un Paese

Soprattutto, il tentativo dell'iniziativa è quello di sensibilizzare l'opinione pubblica europea sul tema dei rifugiati. Il Sud Europa deve essere di esempio nell'attivazione dei cittadini di tutta Europa per creare un fronte umanitario europeo.
L'iniziativa, caldamente supportata dall'Unione Europea vedrà punti di raccolta presso il Cluster Bio-Mediterraneo (fermata 5 della navetta interna) sede di Grecia e Sicilia, il Future Food District della Coop e presso il padiglione dell'Unione Europea (sul cardo, a destra dell'albero della vita). 
In questa direzione, tutti i responsabili dei padiglioni parte del Cluster Bio-Mediterraneo si sono impegnati a destinare al termine di EXPO, il 31 ottobre, tutte le loro attrezzature riutilizzabili e le strutture degli stand per aiutare i profughi in arrivo in Grecia e Sicilia.

 

venerdì 16 ottobre 2015

On. Roberto Rampi a radio radicale sui temi trattati da Ban Ki-moon a Montecitorio


Un estratto dell'intervista dell' on. Roberto Rampi ieri a Radio Radicale


"La tradizione culturale e la battaglia concreta, le azioni concrete di disobbedienza civile, Satyagraha, le battaglie alle Nazioni Unite e il riconoscimento e la difesa del ruolo del Partito Radicale Transnazionale oggi sono indubbiamente risuonate in quest’aula. I temi posti negli anni dai radicali, che anche allora sembravano dei temi assolutamente utopici e assolutamente impensabili, oggi sono dati come uno dei risultati acquisiti al tempo stesso dalle Nazioni Unite di cui tutti guardiamo senza nascondercelo ai limiti. Credo che tutti oggi abbiamo pensato a quanto sia debole il sistema delle Nazioni Unite, il sistema dei membri permanenti e il sistema del diritto di veto, quindi quanto ci sia un bisogno di riforma delle Nazioni Unite e al tempo stesso però quanti risultati straordinari si siano conseguiti. Molti di questi risultati appunto elencati da Ban Ki-Moon dell’aula ma anche dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi che ha citato “Nessuno tocchi Caino” ad esempio, sono risultati radicali. La moratoria sulla pena di morte, la lotta alla fame del mondo, che credo sarà uno degli elementi chiave della presenza di Ban Ki-moon domani a Expo. Da Expo con 145 Paesi ci si è posti l’obiettivo per il 2030 della cancellazione definitiva della fame nel mondo. Una battaglia storica dei radicali che quando si è posto per la prima volta Marco Pannella c’era anche molta ironia, sembrava proprio una di quelle cose: si va beh, chi è che non vuole combattere la fame nel mondo?
Però alla fine la storia delle Nazioni Unite è questa: quando Immanuel Kant scriveva Per la pace perpetua diceva qualche cosa che nel 1700 era impensabile: le nazioni del mondo insieme a decidere democraticamente in un luogo. Oggi le Nazioni Unite ci sono, pur con tutti i limiti. Allo stesso modo io credo che alcune battaglie più recenti, penso a quella dei caschi blu della cultura per la difesa del patrimonio dell’umanità - a cui io sono molto legato e che ho cercato di porre in quest’aula - che oggi è stato citato. 
Penso alla battaglia dei Radicali per il diritto alla conoscenza che io credo sarà sempre di più la battaglia del futuro, perché il grande tema di che cosa sarà la democrazia nel futuro passa  da se ci sarà o meno la presa di consapevolezza di un diritto alla conoscenza. Anche oggi abbiamo visto un’aula con alcune forze presenti e alcune forze che purtroppo erano un po’ troppo assenti in un momento come questo. Ecco oggi all’Italia viene riconosciuto un ruolo, alle Nazioni Unite viene riconosciuto un ruolo, e senza nulla nascondere di quel tanto che bisogna fare io credo che il valore delle battaglie radicali sia ancora più importante, forse anche per questo tanti dei miei colleghi oggi hanno applaudito sinceramente, soprattutto i giovani colleghi, perché sentono veramente loro queste battaglie, come un patrimonio anche della sinistra italiana".

lunedì 28 settembre 2015

Come difendere il patrimonio dell'umanità? #cultureforpeace


credits: ainsyria.net


Come difendere il patrimonio dell'umanità? Una domanda che tutti quelli che hanno a cuore tutela dei beni artistici si pongono ogni giorno di più, in particolar modo dopo le recenti distruzioni degli scavi archeologici siriani e iracheni da parte di chi distruggendo la cultura pensa di poter cancellare la memoria dell'umanità. Fermare le distruzioni degli scavi archeologici nelle aree di guerra, un'esigenza a cui proveremo a dare una risposta con esperti del settore in un convegno che si terrà domenica 4 ottobre a Expo Milano 2015. Parleremo dei caschi blu della Cultura e delle difficoltà di chi opera sul campo ( in particolare in Siria) e delle leggi comunitarie sul traffico illecito dei reperti trafugati, con vari esperti del settore:

On. Roberto Rampi, in Commissione Cultura alla Camera dei Deputati, promotore dell'incontro e già autore l'anno scorso di un'interrogazione parlamentare per contrastare il traffico di reperti archeologici provenienti dall'area di Mossul in Iraq.  

Prof. Avv. Manlio Frigo, membro del Committee on Cultural Heritage Law dell’International Law Association, esperto consulente della Commissione dell’Unione europea, Unesco e Unidroit.
Dott. Samer Abdel Ghafour, archeologo siriano, Fondatore del network "Archaeology in Syria", che ci parlerà della realtà di chi lavora sul campo.    

Sen. Adele Gambaro, Commissione Cultura del Consiglio d’Europa

Modera: Dott.ssa Maria Cristina Vannini, Trustee di European Museum Forum Italia

domenica 27 settembre 2015

Visitare #Expo2015 nei momenti di caos

Avete aspettato a visitare Expo a settembre pensando "così non fa più caldo" oppure "alla fine sarà meglio e sarà più organizzato"? Sappiate che siete in ottima compagnia, ieri (e anche negli ultimi due sabati) più di 200.000 persone l'hanno vissuta così.
Un caos assoluto e sopratutto ressa e code ovunque, almeno 15-20 minuti per mangiare, l'impossibilità di muoversi con celerità e quindi per un visitatore nuovo che non aveva mai visto Expo prima, di scegliere quanto spendere e cosa mangiare. Coda ai tornelli da tutti e 4 gli ingressi, almeno mezz'ora di coda in biglietteria al mattino e alla sera.

Il mio consiglio per chi visita Expo nei momenti di caos, innanzitutto andate dove effettivamente vi interessa. raccogliendo domande stupide dei clienti, si sono sentiti quesiti come:

- scusi, qual è la differenza tra Malaysia e Malesia?

- ma gli emiGrati arabi ... dove sono?
- (indicazioni)
- e quanto durano?

- Azerbaijan pronunciato nei modi più disparati

- ma la Corea dov'è?
- quale Corea?
- eh boh ... quella bella.

- ma perché sul padiglione Kazakhstan c'è scritto "Astana 2017"?

- è in coda da 10 minuti e chiede: scusi, che padiglione è questo? 

Siate sinceri con voi stessi, non correte verso paesi che manco sapete dove sono sulla carta geografica, e già si sente da come li pronunciate/considerate. fate passare i cluster, se vi piace il caffè andate a quello del caffè, se vi piace il cioccolato in quello del cioccolato, se avete bimbi non esagerate nell'usarli come lasciapassare per le code, ci sono aree apposta per i bimbi dove rompono un po' meno (children park e kinder le più attrezzate). se volete bere andate a bere qualcosa di nuovo, ma non considerate il padiglione con la coda come il migliore perché così è stato sentenziato dalla massa. Voi non siete la massa!
Expo è una bellissima esperienza che può essere vissuta da ogni tipologia di persona, ma non siamo tutti uguali.  Se siete in cerca di timbri per il passaporto, il sabato non è comunque il giorno giusto. Neanche il venerdì e la domenica. L'esperienza è personalizzabile, e ciascuno può trovare stimoli interessanti sicuramente informandosi prima sul web ma anche facendosi guidare dai propri sensi, invece che dalle dicerie altrui.
Per esempio, ci sono padiglioni in cui la visita è guidata, più adatti ai pigri. Alcuni con molti video, ma non a tutti piace questo tipo di fruizione. Alcuni in cui è indispensabile leggere le didascalie, anche in questo caso non è adatto a tutti. Prima di uscire da un padiglione lamentandovi che "non c'era dentro niente", chiedetevelo: non che magari non era di vostro gusto, e preferite un altro genere?
Alcune mostre sono temporanee, per cui non affannatevi a cercare quel quadro o quella statua di cui vi ha parlato vagamente una vostra lontana parente che è stata qui a giugno, non ne vale la pena a meno che non siate inteditori d'arte, ma in quel caso sapreste già dov'è.
Con i bambini, evitate la calca, sopratutto durante lo spettacolo dell'albero della vita. Non sempre il bambino è un lasciapassare, spesso si annoia, strilla, dà fastidio agli altri, andate a sbattere contro la gente con i passeggini ma sopratutto non è sicuro per il bambino stesso stare stipato in una folla serrata. Idem per le navette interne, se avete bimbi non pretendete di salire sulla navetta con passeggino anziano e 8 pargoli, muovetevi in anticipo se dovete raggiungere la stazione in serata.
Se piazzate nel passeggino un bimbo di 7 anni, a parte che state prendendo in giro gli altri clienti e in alcuni padiglioni comunque non vi farebbero fare la coda prioritaria, ma state educando vostro figlio a cercare di fregare il prossimo e bypassare le regole. Le code prioritarie sono per bimbi davvero piccoli (quelli di 5 anni per esempio venivano in gita estiva tutti in gruppo e se ne stanno buoni in coda, perché con voi non dovrebbero farlo?), i disabili sulla carrozzina e nei padiglioni dove consentito gli anziani oltre una certa età con documento, non 6 amici al seguito per ciascuna delle casistiche.
Sempre sui bimbi, quando volete scontistiche in biglietteria arrivate già col documento del bambino per cui volete lo sconto, soprattutto se ha da 0 a 3 anni ed è gratuito, inutile sperare di convincere la cassiera a farvi lo sconto con lunghi giri di parole, poi vi tocca chiamare l'altro genitore col passeggino a voi e rallentate tutta la coda dietro.
E per quanto riguarda il parcheggi, l'ultima navetta è a mezzanotte e mezza siate consapevoli che siete parte di un gruppo di migliaia di persone che hanno esigenze simili, quindi non pensate di essere stati gli unici a pensare "arrivo alle 12.20 e prendo l'ultima". Il rispetto è per gli altri e anche per chi lavora, nei parcheggi e sulle navette.
Per quanto riguarda i bagni, in ogni edificio di legno in genere ce ne sono almeno due, se il primo che trovate è strapieno, salite al piano di sopra in genere ce ne è uno meno frequentato.
Non passate davanti allo staff nelle code e non infilatevi nei parcheggi dello staff, se voi in aeroporto vedete una hostess entrare in una porta cosa fate, la seguite per fare prima o pensate che vi arresteranno se lo fate? Ecco il fatto che nessuno vi impedisce di passare davanti allo staff di continuo o di ostacolare il lavoro di chi è lì per voi non significa che possiate farlo, risultate molto maleducati soprattutto in contesti di caos.