venerdì 27 novembre 2015

Raccolta firme per la cannabis terapeutica in Lombardia

WEEDKEND di mobilitazione straordinaria in tante piazze lombarde: a Milano, Lodi, Monza, Sondrio, Treviglio e Varese sono allestiti tavoli di raccolta firme per regolamentare la Cannabis Terapeutica in Lombardia. Obiettivo? Arrivare a 4.000 firme e fare, di questo fine settimana, un Weedkend con la "WEED" maiuscola.

In tutti i tavoli sarà possibile firmare anche la proposta di legge regionale per l'istituzione del Registro Regionale dei Testamenti Biologici e per l'introduzione del Testamento Biologico.

MILANO:

- Venerdi 27 novembre dalle 17 alle 21 davanti al MAKAO - via molise 68;
- Sabato 28 novembre dalle 21:00 alle 00:30 Colonne di san Lorenzo (fronte old wild west);
- Sabato 28 novembre dalle 15:00 alle 18:00 in via Plinio 38 (Energolab - Evento "1' Autumn School" FutureDem)
- Domenica 29 novembre dalle 11:00 alle 16:00 in darsena/Piazza XXIV maggio;
- Domenica 29 novembre dalle 15:00 alle 19:00 in Piazza San Babila, angolo Corso Vittorio Emanuele II.

LODI:

- Sabato 28 novembre dalle 17:00 alle 19:30 in Piazza della Vittoria.

MONZA:

- Domenica 29 novembre dalle 14:30 alle 18:00 in Largo Mazzini (fronte Rinascente).

SONDRIO:

- Sabato 28 novembre dalle 9:30 alle 12:30 in Piazza Campello.

TREVIGLIO:

- Sabato 28 novembre dalle 9:00 alle 13:00 in Piazza Cameroni.

VARESE:

- Sabato 28 novembre dalle 15:00 alle 19:00 in Piazza San Giuseppe.

sabato 14 novembre 2015

Pensare, amare, agire


Venere e Marte - Sandro Botticelli - 1483


Ci vogliono ignoranti? leggiamo un libro in più.
Ci vogliono guerrafondai? studiamo la guerra, le guerre che sono state, leggiamo le parole usate per descrivere quei nemici a distanza di qualche decennio o anche di un centinaio di anni, e riflettiamo su come venivano descritti quei nemici, quelle azioni.
Ci vogliono nazionalisti? Guardiamo ai nostri monumenti ai caduti, che celebrano come eroi soldati mandati al macello da uomini di potere senza scrupoli in nome di una nazione che non era affatto unita al suo interno e non lo è ancora.
Ci vogliono razzisti? stringiamo la mano a ogni persona di ogni colore con lo sguardo di un bambino.
Ci vogliono certi che il nemico sia quello definito dai media e dai fabbricatori di armi? Coltiviamo il dubbio in ogni dialogo, in ogni incontro, in ogni conflitto, in ogni litigio, nel modo di approcciare a ogni punto di vista diverso dal nostro.
Ci vogliono tutti francesi? Proviamo a essere tutti Europei, e cittadini del mondo.
Vogliono che proteggiamo l'Italia dalla cultura araba? Pensiamo alle nostre crociate, alle donne emarginate a bordo Paese e mandate al rogo perché considerate streghe nel non lontano medioevo, e ancor più recentemente alla mafia che tanti italiani hanno esportato negli Stati Uniti ma non solo. Pensiamo se ogni volta che uno di noi va all'estero ci fa piacere essere associati a un mafioso, o alle donne di Silvio. Pensiamo se ogni volta che un tedesco esce dall'Europa, gli fa piacere che gli sia rinfacciata la Shoah. E riflettiamo su quanti di questi profughi che arrivano sulle nostre coste stanno scappando proprio da quegli stessi terroristi che hanno colpito così tante volte anche nei loro Paesi, e spesso non ce ne siamo occupati perché li sentivamo così lontani. 
Vogliono che proteggiamo i nostri confini? Guardiamo quali sono i veri confini, sono lì nella nostra mente. Guardiamo a come sono stati tracciati spesso questi fantomatici confini, linee nette su una carta geografica negli stati nordafricani al tempo della colonizzazione, linee nette dove qualcuno pensava che essendoci il deserto non ci fosse nulla perché l'essere nomade è un modo di essere che non è considerato nella nostra "civiltà".
Proviamo a guardare al Mediterraneo come il luogo dove troviamo le radici della nostra cultura, il Mediterraneo come lo vedevano gli antichi: non un confine ma un passaggio, un mare caldo e navigabile attraverso cui portare merci, conoscenze, amori.
L'idea dell'alfabeto è stata dei fenici, i nostri numeri sono arabi, ogni cosa che mangiamo è probabilmente non del tutto italiana, la ricchezza del nostro cibo è mediterranea, le nostre vacanze e le nostre danze sono incontro e contaminazione con il diverso, una contaminazione bellissima attraverso cui possiamo essere quelli che siamo: appassionati di cultura, amanti del buon cibo, viaggiatori. 
Ogni matita, ogni penna, ogni parola stampata o scritta o disegnata è un'idea, una voce, un punto di vista. Costruiamo una biblioteca, insegniamo a leggere a un analfabeta da qualche parte nel mondo con qualche mezzo. Regaliamo un libro in più, lasciamo per strada o su un treno un libro che abbiamo già letto. E sperimentando ogni diversità senza paura, disarmiamoci.
Disarmiamo le nostre intenzioni bellicose, dopo le lacrime facciamo un bel respiro e guardiamo ai "nostri" morti europei con il dolore e il rispetto con cui guardiamo ad un amico morto, ma con la consapevolezza che una vita vale uguale sia essa quella di un civile morto in Syria o di un bimbo morto di fame in India o di una donna morta di parto in un villaggio africano nell'oblio della stampa e dei mezzi di comunicazione di massa.
Con un pensiero fisso che ho in mente: perché l'amore vinca sulla guerra, bisogna amare davvero. Se noi per primi proviamo odio, ribrezzo, disgusto, paura, non possiamo chiedere che qualcosa sconfigga la guerra perché quel qualcosa non ce l'abbiamo dentro neppure noi.

"O è il male ciò di cui abbiamo paura
o il male è che abbiamo paura"
Sant'Agostino

venerdì 6 novembre 2015

#MusicaViva verso un patto per la musica live nelle città del futuro

Il Patto per la musica è il frutto del lavoro di confronto tra tutti i soggetti della filiera musicale che si è svolto in occasione del Convegno Musica Viva a Milano, il 23 e 24 ottobre 2015 - Leggi il Patto: http://bit.ly/1SrdY84

convegno #MusicaViva 23 ottobre 2015 Palazzo Reale Milano

Premessa.

Il presente documento nasce dal lavoro e dal coinvolgimento di numerosi soggetti sia pubblici che privati tra i quali rappresentanti del Governo, del Parlamento, di Istituzioni, di enti locali, di associazioni di impresa e di categoria, e tanti altri rappresentanti dell’industria della musica dal vivo uniti dal comune intento di promuovere e valorizzare la complessa filiera e di mettere a sistema le buone pratiche sviluppate a livello locale e nazionale.

In Italia si stanno infatti attivando numerose iniziative di rinnovamento volte allo sviluppo, facilitazione e sostegno dell’industria della musica dal vivo nel riconoscimento del suo valore sociale, culturale, economico in termini di indotto e di occupazione.

Questo documento, redatto all’interno del convegno “MUSICA VIVA. Verso un patto per la musica live nelle città del futuro” svoltosi a Milano il 23 e 24 ottobre 2015, intende connettere tutte queste esperienze e costruire una proposta concreta e condivisa da tutti i soggetti della filiera musicale, un vero e proprio patto per riconoscere il settore della musica dal vivo e per armonizzare la normativa connessa e favorirne il pieno sviluppo.

Questo approccio consente infatti di affrontare il mondo della musica e dello spettacolo dal vivo con visione d’insieme proponendo una ridefinizione dei diritti e dei doveri in un’ottica di sistema e di bilanciamento tra i vari interessi, aspetti e soggetti che lo compongono.

A questo proposito le linee di intervento proposte per sostenere la Musica, equipararla a tutti gli effetti alle altre forme di spettacolo dal vivo e riconoscere il valore sociale, culturale ed economico del settore sono riconducibili a quattro macro temi che compongono e interagiscono tra loro nel sistema della musica: formazione, produzione, promozione/ diffusione, fruizione.
- Considerato che è chiara l’urgenza di sostenere tutti i percorsi formativi e didattici che promuovano la cultura musicale di base e dell’apprendimento della musica durante tutto il corso della nostra vita come volano principale per la promozione della musica e del “consumo” del prodotto musicale; e allo stesso tempo la formazione dei musicisti e di tutte le figure coinvolte nella filiera musicale;
- Considerato che nel campo della produzione è necessario riconoscere la dignità professionale e sociale dei musicisti, dei tecnici e di tutti i lavoratori impegnati nello spettacolo dal vivo al pari di altre categorie professionali, è necessario provvedere ad una riforma del sistema previdenziale, fiscale e di sicurezza e attraverso la promozione delle realtà emergenti e più piccole, e attraverso un sostegno economico maggiore sia di tipo diretto sia in termini di facilitazioni fiscali;
- Considerato che è importante promuovere una cultura musicale anche all’interno dei media per favorire la diffusione della musica italiana e adeguare l’azione del nostro Paese attraverso strumenti per la valorizzazione di progetti musicali in Italia e all’estero;
- Considerato quindi che si riconosce la paritaria importanza sia della fruizione che della produzione musicale in qualsiasi ambito, avendo ben presente che il potenziamento e la tutela del mondo della formazione musicale e delle professionalità artistiche costituiscono le basi di qualsiasi sistema di offerta, lo scopo di questo lavoro è quello di individuare soluzioni verosimili relative al momento della fruizione pubblica ambito privilegiato di cultura, socialità e impatto economico.

Favorendo la performance live in quanto unico momento in cui le istanze di tutti i soggetti coinvolti necessariamente convergono, si ottengono molteplici benefici su tutta la catena e ricadute positive anche per i settori della formazione, produzione e promozione.

In questo contesto gli aspetti che agevolano la produzione e la fruizione sono quindi al centro di questo documento di proposta unitario, che parte dall'assunto che la cultura sia un bene costituzionalmente protetto e tutelato anche dall'articolo 9 della costituzione Italiana.

Impegni e proposte operative

1.ABROGAZIONE O SPOSTAMENTO DELLA DISCIPLINA DI PUBBLICO SPETTACOLO DAL TULPS AD ALTRO MINISTERO

a)Lo spettacolo dal vivo ed in particolare la musica popolare contemporanea, nei concerti e manifestazioni a carattere temporaneo, al pari di altre discipline dello spettacolo, non possono

essere più considerati come un “problema di ordine pubblico e sicurezza”. Per le sue particolari caratteristiche produttive e di fruizione la musica dal vivo necessità di norme specifiche, che in virtù della bassissima per non dire assente pericolosità sociale e con una casistica infortunistica mediamente bassa, non possono essere quelle del T.U.L.P.S. .

2.FORMAZIONE E CONSULENZA TRASVERSALE DEGLI UFFICI, ENTI COMPETENTI ED OPERATORI DEL SETTORE CHE GESTISCONO PROGETTI DI PUBBLICO SPETTACOLO

a)Si rileva la necessità di formare ed informare con continuità tutti i soggetti coinvolti, operatori ed erogatori del servizio anche in collaborazione con le associazioni di categoria, in merito alla normativa e alla sua applicazione per identificare procedure omogenee e uniformi;

b)Prevedere che gli enti valutativi, autorizzativi e di controllo (CCV, VVF, Sovrintendenza, SUAP, ecc) prevedano all’interno delle proprie competenze di legge, anche momenti consulenziali e/o assistenziali aperti agli operatori di settore;

c)Condividere documenti e vademecum orientativi ed interpretativi delle normative tra operatori e professionisti con consulenze di esperti del settore.

3.DIFFUSIONE E VALORIZZAZIONE DELLE BUONE PRATICHE ADOTTATE DA COMUNI O ENTI NELL'AMBITO DI PROGETTI DI PUBBLICO SPETTACOLO

a)Al fine di generare buone prassi e non alimentare la discrezionalità, la libera interpretazione delle norme e ridurre i costi amministrativi, si intende valorizzare e diffondere le pratiche virtuose già attuate da amministrazioni, enti e operatori ed attivare sperimentazioni volte a semplificare le procedure;

b)Valorizzare l’esperienza dello ”Sportello unico Manifestazioni ExpoinCittà”, standardizzazione e armonizzazione a livello nazionale del 'Modello unico' elaborato da Milano e a seguito chiarimenti anche di quello di autocertificazione di Firenze con un anno di sperimentazione speciale a partire in particolare sulle aree metropolitane;

c)Dall'esperienza di #musicaviva creare un gruppo di lavoro tecnico/istituzionale permanente per affrontare i temi della semplificazione e facilitazione normativa di tutta la filiera musicale e spettacolo dal vivo.

4.MIGLIORAMENTO COMPLESSIVO DEL SISTEMA DELLA TUTELA DEL DIRITTO D’AUTORE E DEI DIRITTI CONNESSI DA PARTE DI SIAE

a)Nuovi servizi on line o miglioramento/implementazione di quelli già on line, in particolare compilazione del programma musicale in via telematica e presenza on line del tariffario completo, con un'attività di informazione/formazione a favore degli organizzatori e degli esecutori;

b)Creazione di un network tra le autorità investite di poteri di controllo (inclusa la SIAE) per consentire la definizione di modulistica e/o documentazione univoca che assolva a tutte le autorizzazioni necessarie legate alla musica dal vivo (logica dello Sportello unico);

c)Partecipazione di SIAE al progetto di censimento dei luoghi di spettacolo, con messa a disposizione dei dati (anche geo referenziati) relativi ai quasi 114.000 luoghi di spettacoli già censiti da SIAE;

d)Rilancio dell’Accordo SIAE/ANCI, con estensione dei benefici non solo agli eventi direttamente organizzati dai Comuni, ma anche a quelli per i quali il Comune si fa promotore/co– organizzatore (si veda convenzione ExpoinCittà) e con riferimento alla problematica dei contributi degli enti locali a sostegno dell'attività culturale.

5.SEMPLIFICAZIONE NORMATIVA PER LICENZE E AUTORIZZAZIONI

a)Eliminare le licenze e i pareri (Comune, VVF, ecc.) sui luoghi di pubblico spettacolo, sia al chiuso che all'aperto, con capienza sotto le 200 persone con autocertificazione di rispondenza alla normativa da parte del titolare dell'attività controfirmata dal tecnico incaricato (*Nota tecnica 1) ;

b)Impegno a valorizzare lo strumento dell'autocertificazione (in particolare per le attività di cui all'articolo 68 69 e 80 del regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, come in parte modificato dalla legge

n.112 del 2013) e a efficientare e coordinare il sistema dei controlli, anche potenziando pratiche virtuose di consulenza preventiva da parte degli organi ispettivi;

c)Classificare gli eventi per fasce progressive in base all'entità, alla portata e alla tipologia, sulla base delle quali applicare procedure autorizzative e obblighi normativi differenziati;

d)Adeguamento e armonizzazione della normativa relativa allo Sportello Unico Attività Produttive (SUAP) includendo i procedimenti che abbiano ad oggetto l'esercizio di attività di pubblico spettacolo e privilegiando la procedura telematica e l'utilizzo della PEC con Firma Digitale;

e)Voltura (dichiarazione del cedente). Procedura semplificata in caso cambio di titolarità di attività senza modifiche;

f)Legittimazione e affermazione di compatibilità tra intestatario C1 Siae ed intestatario Licenza pubblico spettacolo, che è sempre stata prassi, consolidata poi nel caso degli spettacoli di qualsiasi tipo in teatro,

g)Rilascio in tempo reale del parere della CCV a fine sopralluogo di agibilità previo esame della documentazione tecnica anticipatamente presentata dai professionisti;

h)Proposta di sperimentare le CCV su aree vaste iniziando dalle città metropolitane (la norma attuale prevede un’associazione tra i Comuni);

i)Si invita il Governo a valutare l'opportunità di individuare per tutte le finalità sopra esposte un fondo denominato «Fondo per la semplificazione in materia di spettacolo».

6.PROGETTO E ISTITUZIONE DI UN'ANAGRAFE DEI LUOGHI DI SPETTACOLO E DI PARTNERSHIP PUBBLICO/PRIVATO

a)Istituire un'anagrafe dei luoghi per lo spettacolo (venue), a partire dalle Aree metropolitane, di concerto con Ministero Mibact/Siae/Anci/Assomusica, contenente le ipotesi di allestimento preautorizzate dalle commissioni di vigilanza;

b)Favorire le partnership e le convergenze d'obiettivi tra Pubblico, Privato e Privato Sociale, anche nell’individuazione di progetti di recupero e/o utilizzazione e/o creazione di spazi atti alla promozione di nuovo pubblico e la produzione di nuova offerta culturale in specie musicale, sia di spettacolo che formativa, prediligendo realtà a vocazione sociale con impatto valoriale misurabile nelle comunità d'appartenenza.

7.PREVENZIONI INCENDI E VIGILI DEL FUOCO

a)Sostituire, almeno per alcune attività di pubblico spettacolo, la squadra di vigilanza ad opera dei Vigili del fuoco, con gli addetti antincendio adeguatamente formati (**Nota tecnica 2);

b)Uniformare indici affollamento, estendendo l’applicazione del valore di 2 persone al mq previsto nei palazzetto dello sport in caso di concerti (art 3.3 allegato DM 19/8/96) alle sale e spazi in assenza di arredi aventi le medesime caratteristiche (***Nota tecnica 3).

8.AGEVOLAZIONI FISCALI E NON AL SETTORE MUSICALE E VALORIZZAZIONE INDOTTO IN TERMINI DI COMMERCIO, LAVORO, TURISMO

a)Incentivi fiscali sui locali che realizzano interventi di adeguamento, ristrutturazione o abbattimento dell’impatto acustico e sicurezza nelle sale per spettacolo dal vivo;

b)Credito d’imposta su attività musicali e acquisti di materiali tecnici o su strumenti musicali;

c)Detrazioni sul modello ArtBonus a favore delle donazioni ai soggetti no profit che trattano e organizzano musica dal vivo.

9.ACUSTICA E QUIETE PUBBLICA

a)Dare attuazione alla trasformazione in illecito amministrativo del reato di disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone di cui all'art. 659 del codice penale, più comunemente noto come disturbo alla quiete pubblica, come previsto all'art. 2 comma 1 lettera b della "Delega al Governo in materia di pene detentive non carcerarie e di riforma del sistema sanzionatorio", nell'ottica della semplificazione e del buonsenso;

b)Si richiede che i Comuni, all'interno dei propri strumenti di zonizzazione acustica, considerino le attività di musica dal vivo e individuino zone dedicate della città dove sia incoraggiata l'apertura di locali o dove sia prevista l'organizzazione di eventi, anche con prescrizioni di orario ben definite ed eventuali deroghe ai limiti per eventi circoscritti nel tempo. Avere regole chiare è importante per favorire questa forma d'arte, che non può essere considerata rumore, ma una risorsa culturale, sociale ed economica per le nostre comunità.

10.LAVORO E SICUREZZA DEI LUOGHI E DEGLI ALLESTIMENTI

Considerando che i tempi di allestimento degli spettacoli sono sempre velocissimi e contingentati e che spesso artisti e tecnici si trovano a cooperare in spazi ristretti si propone di:

a)Aderire alla Certificazione professionale europea di terza parte basata su profili professionali condivisi dalle categorie e riconosciuti in ambito nazionale da tutte le regioni, con percorsi formativi basati sull'alternanza studio lavoro e con rispetto di codice deontologico;

b)Rivedere il T.U. 81/2008, al fine di definire una specifica modalità organizzativa e gestionale, integrativa di quella prevista dall’articolo 26, per gli eventi esclusi dall’applicazione del decreto palchi e che prevedono il montaggio di opere di piccole dimensioni e che non presentino gravi rischi per i lavoratori. A questo scopo prevedere per gli eventi medio piccoli la possibilità di un percorso di semplificazione salvaguardando l'organizzazione della sicurezza attraverso l'istituzione di un verbale di coordinamento di inizio lavori a cura del responsabile di coordinamento, con registro dei lavoratori presenti e individuazione delle interferenze;

c)Individuare percorsi formativi specifici per professioni specialistiche dello spettacolo con iter condivisi con aziende e lavoratori e associazioni di categoria;

d)Riconoscere specificità alla filiera degli appalti e subappalti nell'allestimento di spettacoli in considerazione dell'apporto personalistico delle competenze sia di artisti che di tecnici, oltre che della necessità degli organizzatori di impiegare per pochissimo tempo, in modo saltuario, talvolta con tempestività, una ingente quantità di personale qualificato che non è possibile assumere direttamente. Allo stesso modo Codificare contratti di lavoro flessibili sia per assunzioni dirette, in somministrazione o in regime di appalto;

e)Prevedere sostegno al reddito dei lavoratori della musica (anche utilizzando i fondi Enpals incorporati dall'INPS) per riconoscere indennità di disoccupazione per professionisti nei periodi non

lavorati. Riconoscere indennità di malattia a carico dell'INPS come la generalità dei lavoratori (senza requisito di 100 giornate), indennità di maternità per intermittenti come per tempi determinati, indennità di infortunio anche per artisti autonomi;

f)Dare piena attuazione al ruolo del coordinatore per la sicurezza sia in fase di progettazione, con il compito di realizzare il coordinamento tra progettazione scenica e progettazione della sicurezza, che in fase di esecuzione degli allestimenti;

g)Prevedere totalizzazione di tutti i contributi previdenziali maturati in tutte le gestioni nel corso di tutta la vita professionale, compresa la contribuzione anche volontaria di tempi utilizzati per prove e studio. 

#musicaviva #pattoperlamusica
PER ADERIRE AL PATTO 
http://goo.gl/forms/iyFIoJItYK

lunedì 2 novembre 2015

La storia di Paola Filippini, respinta al colloquio perché si rifiuta di rispondere a domande personali

Riporto integralmente il post Facebook in cui Paola racconta la sua storia, un colloquio come un altro, in cui tutte le donne si sentono in genere di mentire o si cacciano nei guai fornendo dati richiesti in modo non legittimo. No, non era semplice rispondere. Ad un uomo non sarebbe stata fatta questa domanda, la domanda è quindi discriminante dal punto di vista del genere e infatti il seguito della conversazione lo dimostra. Grazie a persone come Paola che invertono la rotta è possibile fare qualcosa per cambiare le cose, chi subisce supinamente le regole pensando di guadagnare qualcosa perde per se stessa e per tutte le altre donne che verranno dopo di lei. 

Ecco la storia del colloquio di Paola, fotografa, creativa, una persona coraggiosa che si è trovata improvvisamente ad avere a che fare con l'imprenditore italiano medio pronto ad assumere una ragazzina succube come tutte quelle che, pensando di non avere un valore professionale, guardano all'imprenditore come al magnate che sarà in grado di dare qualche soldo per le borsette per cui rispondono a tutte le domande anche quelle non legittimamente poste perché tanto quello che conta è non ribellarsi. No, è ora di dire basta.

"Premetto che ho contato fino a diecimila prima di scrivere queste parole. Ma non riesco a non dirle. E le scrivo qui, per una massima diffusione. Perché tutti devono sapere cosa accade al giorno d'oggi. Vi chiedo di prendervi un paio di minuti per leggere e condividere ciò che mi è successo, perché mi sento offesa e arrabbiata, e tutti, uomini e donne, devono sapere.
E' SUCCESSO DI NUOVO, ED E' ORA DI DIRE BASTA.

Questa mattina sono stata convocata per un colloquio di lavoro presso una nota agenzia immobiliare di Mestre che si occupa-anche-di affitti turistici. Sto cercando un lavoretto saltuario per arrotondare perché non sono ancora abbastanza brava e famosa per vivere di sola fotografia, quindi mi sono proposta come hostess per check-in per alloggi turistici, un lavoro che ho già fatto per tanti anni.
Lui, l'egregio Dott. M.M. si presenta all'appuntamento con 30 minuti di ritardo. Non fa niente. Ha una maglia verde lega, ma mi astengo da pregiudizi. Entro nell'agenzia, e dietro di me, sulla porta, un signore che parla poco l'italiano chiede di poter entrare a chiedere un'informazione. Lui, l'egregissimo M.M., lo secca con un “Torna dopo!”. Soppesando il suo grado di educazione e professionalità, lo seguo verso il suo ufficio.
Mi fa accomodare alla sua scrivania, ma non si presenta, non mi da la mano, non si scusa del ritardo, mi da del tu. Questa cosa mi da fastidio, ma anche qui passo oltre.
Prende un foglio prestampato. Questionario Informativo, c'è scritto. Inizia con le domande:
Lui: “la tua data di nascita?”
io:“1-12-87”
Lui:“e quanti anni hai?”
io: “28”
Lui:“dove vivi?”
io: “risiedo a Mestre”
Lui:“..mi serve l'indirizzo preciso”
io: “sono certa di averlo già scritto nel mio C.v.” sorrido educata.
Lui:“mi serve questa informazione di nuovo” (seccato)
io: “va bene, via ***”
Lui:“ok. Stato civile?”
io: “in che senso?” (oh no, sento già lo stomaco chiudersi)
Lui:“sei sposata? Convivi? Hai figli?”
Respiro “E' necessario che io risponda a questa domanda?”
Lui:“si, è necessario” (si sta agitando)
io: “posso non rispondere”?
Tenetevi forte.
Lui: “Certo. Allora ti puoi anche accomodare fuori, per me il colloquio finisce qui”.
Prende il Questionario Informativo, lo strappa davanti alla mia faccia con fare da vero uomo duro. Si alza, mi apre la porta.
“Non capisco,” dico io “perchè mi sta congedando in questo modo”
Lui: “Perchè tu mi devi rispondere alle domande, e se non mi rispondi il colloquio non può proseguire”
Io: “Non può proseguire il mio colloquio se io non le descrivo la mia situazione famigliare?”
Lui: “esattamente.”
Io: “mi può fornire almeno una spiegazione?” (cerco di insistere)
Lui: “Devo sapere se sei sposata e se hai figli, perché questo determina la tua disponibilità lavorativa”
Io: “mi scusi Dottore, ritengo che la mia disponibilità lavorativa esuli dalla mia condizione privata. Se vuole sapere quanto e quando posso lavorare, mi può semplicemente chiedere qual'è la mia disponibilità oraria”
Lui, ormai furibondo:“Io chiedo quello che mi pare, e se non vuoi rispondere non posso darti il lavoro. Ora te ne puoi anche andare”.
1...2....3......Vabe dai, ormai è fatta. Parto con le mie:
“Posso dirle una cosa? E' proprio per colpa di persone come lei che questo Paese sta andando a puttane. Perché se a una donna viene chiesto di dichiarare la sua situazione famigliare prima di chiederle quali sono le sue capacità, cosa sa fare e quali sono le sue aspettative lavorative, allora siamo proprio in un mondo di merda. Lei non sa che parlo perfettamente 3 lingue straniere, non sa che questo lavoro l'ho fatto per anni, che ho tanta esperienza e capacità. Lei non me lo ha chiesto. Mi tolga una curiosità, anche ai maschi chiede se hanno figli e se sono sposati quando fa loro un colloquio?”
Lui: “no, ai maschi non lo chiedo. Perché questo è un lavoro che ritengo debbano fare solo le donne”
Io (ormai balba): “Sul serio? Ma lei si sente quanto parla?”
A questo punto prendo la porta, ma prima di andarmene gli porgo la mano per salutarlo, professionalmente. Ma lui “no, non ti do la mano”
io: “e perché?”
Lei: “Perchè non voglio darti la mano, buona giornata”.
Sorrido, arrivederci, me ne vado. Torno all'ingresso, e lì, mentre sto per uscire, con gran classe mi urla dalla sua scrivania “spero proprio che troverai un lavoro!!”

Mi fermo un momento davanti alla porta. Non rispondo, semplicemente perché non è mio costume urlare alla gente da un ufficio all'altro. Chi mi conosce sa quanto sono Signora. Esco, e faccio un profondo respiro. Ho detto un decimo delle cose che avrei potuto dirgli. Perchè in quei momenti ti senti così male e così offesa che il cervello rallenta per l'incredulità.
E allora: Caro piccolo uomo col maglione verde e il cazzo sicuramente minuscolo, nel tuo bellissimo ufficio hai incorniciato la foto di tua figlia, una graziosa ragazzina di circa 16 anni, che – per ironia della sorte – assomiglia tantissimo a me quando avevo la sua età. Prova a pensare, piccolo uomo con piccolo cervello e grande presunzione, quando un giorno non molto lontano, la tua piccola vergine figliola andrà a fare un colloquio di lavoro, ed incontrerà un piccolo uomo che le chiederà se è sposata, se ha figli, se convive, e che le sue risposte in merito alla sua situazione famigliare determineranno il suo successo lavorativo. Prova a pensare per un momento come può sentirsi una donna, quando le viene fatta una domanda del genere. E' offensivo, è bruttissimo, è una VIOLENZA. Perchè non importa se hai studiato, se hai lavorato tanti anni, se hai fatto gavetta, se hai un bel C.v.. Importa se hai figli. Perché se li hai, è meglio che tu stia a casa ad allattarli.

Ho scritto questo fatto su facebook, e lo racconterò a tutti. Perché le donne devono sapere che non si devono mai abbassare a queste offese, e gli uomini devono sapere che esistono tanti uomini di merda a questo mondo. Proprio ieri ne parlavo con alcuni colleghi, fatalità oggi mi è successo, di nuovo. Ho perso la possibilità di un lavoro, ma non mi importa niente. Ho salvato la mia dignità, ho mantenuto la mia privacy. La condizione della donna al giorno d'oggi è ancora molto difficile.
Sappiatelo tutti."


Una storia famigliare a molte di noi, a molte delle nostre amiche. Una menzogna obbligata "sono single" data come risposta ogni volta che ci si teneva a quel lavoro, e la certezza di non essere assunte quando il posto non ispirava per niente se si rispondeva "sì certo sono fidanzata". Una volta una mia amica sentendo la responsabile delle risorse umane che le stava facendo il colloquio che urlava tutto il tempo al telefono, ha esagerato: "no sono fidanzata non vedo l'ora di avere un tempo indeterminato per fare dei figli". Il modo perfetto per non farsi assumere, anche se lei in realtà era single.
Un'altra mia amica si è presentata ad un colloquio come educatrice, le è stato chiesto se era fidanzata, ha risposto sì. Sono andati avanti, le hanno chiesto che lavoro faceva il suo compagno, ha detto che era disoccupato. La persona che le ha fatto il colloquio ha fatto una faccia incredibile, quasi schifata. Inutile dire che non l'hanno più richiamata. Inutile dire che non aveva alcuna intenzione di rinnegare il proprio compagno, nonostante erroneamente in tante le avessimo consigliato: menti, sono solo parole, dopo il colloquio quella delle risorse umane non la vedi più. Non è così. Non è questione di raccontarsi o no, è questione di tutela della dignità e della privacy della donna. Di voler essere trattate esattamente come un uomo, pur se in un corpo differente.
Un sistema non meritocratico, inutile dirlo, ma soprattutto un sistema sessista. Urge un cambio di rotta, e una maggior tutela della privacy. E' necessario che chi vive determinate situazioni le renda visibili a tutti, visibili perché solo rendendo il proprio comportamento visibile si può spingere anche gli altri a cambiare e a non rispondere a domande inutili per la propria professionalità.
SIATE VISIBILI, RACCONTATE LE VOSTRE ESPERIENZE NEGATIVE SENZA PAURA.
Senza paura di essere accusate di lamentarvi o di non sapervi adattare, raccontatele perché così spingete altre persone ad opporsi a questo sistema maschilista. Raccontate come siete uscite dalle situazioni in cui siete state messe in imbarazzo, date una lezione a chi pensa di avere un potere solo perché offre quattro spiccioli. Raccontare le proprie esperienze negative quanto più possibile e a quante più persone possibile, farà sì che anche altre non si adatteranno al sistema e l'unione aiuterà ad invertire la rotta. Insieme a una maggior consapevolezza di reale parità degli uomini, ma per questa aspettiamo leggi sul permesso di paternità obbligatorio basate su una visione europea della famiglia e della crescita dei figli.