martedì 16 agosto 2016

L'odio di Salvini e la demagogia che attecchisce

Nel suo comizio a Ponte Di Legno (BS) il leader del Carroccio Matteo Salvini ha dato il peggio di sé scaricando odio e rabbia sugli stranieri e promettendo che se andrà al Governo "polizia e carabinieri avranno mano libera per ripulire le nostre città". 
Un approccio al mondo e al diverso che fa semplicemente rabbrividire. 
Intanto è già intervenuto un rappresentante sindacale del sindacato di polizia SIAP dicendo che "non è accettabile che un politico come Salvini possa continuare a permettersi d’indossare spocchiosamente la divisa della polizia di Stato promettendo che una volta al potere utilizzerà poliziotti o carabinieri per una sorta di delirante demagogica e pericolosa ‘pulizia etnica’" quindi la polizia stessa si è dissociata da questo atteggiamento e dall'uso improprio della divisa.
Il problema rimane nel momento in cui questa rabbia attecchisce ottenendo facile consenso, perché abbiamo già visto nella storia a cosa ha portato l'avere una polizia che ha ordine di colpire chiunque sia diverso.
Un'anticamera di dittatura, un pericoloso esempio, il rischio che qualche pazzo prenda in parola il leader leghista e che le sue parole legittimino comportamenti repressivi, e soprattutto una preoccupazione: dove stiamo andando? Dove stiamo andando come italiani, come europei, come uomini e donne dotati di un'umanità? Dov'è la consapevolezza dell'altro come persona che ha il diritto di vivere in pace tanto quanto ne abbiamo noi? Dov'è la percezione di noi stessi non come consumatori che hanno il diritto di comprare tutto ciò che desiderano ma come persone che condividono questo pianeta con altre persone di diversa lingua e cultura? Riusciamo a vederci nel mondo come parte di un'umanità intera, ci riusciremo in futuro o saremo in preda a questi populismi che tirando fuori gli istinti più beceri vanno ad annullare anni di costruzione di un delicato equilibrio democratico?


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