giovedì 1 settembre 2016

L'imbarazzante campagna del #fertilityday


Cara Lorenzin, per crescere un bambino non bastano un ovulo e uno spermatozoo ma serve una comunità che lo accolga e se ne prenda cura. Serve che i genitori che lo hanno messo al mondo siano felici e vogliano dare a quel bambino tutto ciò di cui ha bisogno, e possano farlo senza trasmettere frustrazione e rabbia verso il sistema in cui sono inseriti. E' necessario che il bimbo sia inserito in una comunità che garantisca tutto questo: la possibilità al bimbo, futuro cittadino, di crescere, andare a scuola, socializzare con gli altri, sviluppare curiosità e strumenti per affrontare la vita. Tutto ciò non è possibile se e quando la genitorialità (maternità o paternità che sia) non è consapevole, scelta, matura. E non è possibile se non ci sono asili nido, nursery aziendali, garanzie per la donna che rimane incinta di continuare a ricevere un bonifico costante fino a quando non potrà cercarsi un nuovo lavoro secondo i canoni della società in cui è inserita.
La società italiana non consente alla donna di mantenere intatto il proprio lavoro tra il momento in cui rimane incinta e il termine dell'allattamento, la aziende italiane non danno i permessi di paternità facoltativi, chi fa i colloqui chiede alle donne tra i 25 e i 40 anni "lei è fidanzata?". I nonni italiani spesso non sono ancora in pensione o non hanno una pensione adeguata ad aiutare i nipoti, né sono tenuti a farlo dopo aver investito migliaia di euro nel pagare l'università e i progetti all'estero dei propri figli senza vederne i frutti.
I contratti di lavoro durano meno di una gravidanza e l'ISEE dell'anno prima, sulla base del quale sarà stabilità la retta del nido, non tiene conto del fatto che i soldi dell'anno prima a settembre dell'anno dopo li hai già finiti. Nel nostro sistema sanitario, non è possibile per una donna prenotare delle ecografie gratuite durante tutta la gravidanza in tutti gli ospedali indipendentemente dal reddito a differenza di quanto avviene, per esempio, in Gran Bretagna, e questo è un problema che il suo ministero può risolvere.
La fertilità non è un bene comune, la mia fertilità sono fatti miei, il bene comune sono i bambini e quello che può fare un ministero come il suo - e non solo - sono delle politiche per accogliere il bambino nella comunità. Per far sì che non vi sia un giudizio morale sulla madre che sceglie di lavorare con un bimbo piccolo, per far sì che gli orari dei nidi siano compatibili con gli orari lavorativi dei genitori e che le educatrici dei nidi non accusino le madri di essere usate come "parcheggio" se una mamma non finisce di lavorare alle 18. Perché i centri commerciali chiudono alle 22, i call center lavorano spesso fino a mezzanotte, le hostess lavorano H24 e tantissime donne e uomini giovani vogliono lavorare in un centro commerciale, in un call center, in un aeroporto o magari è l'unico lavoro che hanno trovato nonostante gli studi in tutt'altro settore.

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