giovedì 6 ottobre 2016

Dalla personalizzazione alla demonizzazione il passo è pericoloso

Credo sia positivo che ciascuno di noi esprima la propria opinione più o meno argomentata sul referendum, che sia per il sì o per il no. La Costituzione è di tutti, il diritto d'opinione pure, per cui dalla casalinga alla velina al calciatore alla cantante è positivo che la battaglia referendaria sia stata "personalizzata" da tanti italiani. 
Ma con i dovuti distinguo: arrivare ad insultare comici, attrici, calciatori o cantanti nella loro professionalità per come la pensano sul referendum delegittimando la loro posizione non è serio, né democratico. La mia opinione sul referendum non è influenzata né influenzabile da quella di Benigni, della Mannoia, della Parietti o della Ferilli, ma neanche da quella di Buffon né di chicchessia. Un bravo attore, calciatore, cantante etc. rimangono persone di valore - se lo erano nella soggettività dell'opinione di ciascuno di noi ovviamente - indipendentemente dalle loro idee sul tema del momento. 
Affiancare l'immagine, il volto, la caricatura di un personaggio di spettacolo o sportivo a un tema politico fa semplicemente perdere tempo ma fa anche del male al nostro sistema comunicativo. Seriamente, cambiamo registro?

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