venerdì 23 dicembre 2016

La diffusione virale dei nomi dei due poliziotti di Sesto San Giovanni: una leggerezza?

E dopo quasi un'intera giornata di continua diffusione di informazioni riservate sui due agenti che hanno ucciso il terrorista a Sesto San Giovanni - peraltro facendo il loro lavoro e per legittima difesa senza sapere di chi si trattava - il Tg La7 ha dato spazio al questore di Milano e al sindacato di polizia che hanno chiesto di tutelare i due agenti non diffondendone i nomi e i loro profili facebook sono stati oscurati. Forse un po' tardi, nell'era del web, per garantire che non ci saranno ritorsioni, ma in quest'epoca funziona così: prima si fanno le cazzate, poi quando qualcuno lo fa notare gli si dà del tuttologo, poi arriva chi di competenza e prende provvedimenti. Sempre ovviamente con un ritardo rispetto ai tempi della comunicazione e della tecnologia. Nel frattempo i due nomi sono già perfettamente conosciuti da tutti le cellule terroriste di tutta Europa, ma il semplice buon senso non va più di moda. 
Foto di Daniele Bennati per il Corriere della Sera


"E' stata una follia rendere noti i nomi dei poliziotti che la scorsa notte a Sesto San Giovanni hanno fermato il killer di Berlino. C'e' infatti il timore che gli agenti, ma anche le loro famiglie, possano subire delle ritorsioni da parte dei terroristi islamici"; lo afferma Franco Maccari, segretario generale del Coisp, Sindacato indipendente di polizia. Che aggiunge: "Si sarebbe dovuta tutelare l'identita' degli agenti, cosi' come avviene per i militari impegnati all'estero nelle attivita' di contrasto al terrorismo. E' incredibile la superficialita' con cui e' stata gestita la vicenda da parte dello stesso governo, che rendendo nota l'identita' degli agenti, le loro foto e persino i loro comuni di provenienza, ha dimostrato di sottovalutare il rischio di rappresaglie, mettendo a rischio le vite dei nostri colleghi e dei loro familiari. Auspichiamo che almeno si cerchi di porre riparo garantendo la massima tutela dei poliziotti coinvolti e dei loro familiari, oltre a rafforzare ulteriormente l'azione di controllo e contrasto del rischio terrorismo nell'intero Paese, che con l'uccisione di Anis Amri ha dato un duro colpo all'Isis".

Nonostante ciò, dopo l'oscuramento dei profili facebook dei due giovani, sono già comparse due pagine con migliaia di mi piace. 

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